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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Nuova Scu: giuramenti? Non si usa più

MESAGNE – I rituali della vecchia Scu? Il giuramento sulla “punta di questo pugnale” che fa impazzire tutti i biografi e i romanzatori delle vicende della criminalità organizzata pugliese? I santini bruciati su una candela, le gocce di sangue spillato ai nuovi adepti? Archeologia criminologica. Oggi la Scu, o ciò che ne resta – e per fortuna non è tanto, e non sarebbe nulla se non trovasse humus sociale adeguato – tratta con gente diversa, e non più solo con elementi abituati sin da piccoli a rubare, rapinare, estorcere, minacciare, aggredire. Quella che era la famosa terza sponda è sempre più a portata di mano dei gruppi che la utilizzano: commercianti, professionisti, imprenditori con la propensione a percorrere le strade dell’illegalità. Gente che non ci si vede in uno stanzino illuminato solo dalla luce dei ceri, e alle prese con coltelli e cupe formule di affiliazione, ma è pronta ad aprire le proprie casse per finanziare o riciclare.

MESAGNE – I rituali della vecchia Scu? Il giuramento sulla “punta di questo pugnale” che fa impazzire tutti i biografi e i romanzatori delle vicende della criminalità organizzata pugliese? I santini bruciati su una candela, le gocce di sangue spillato ai nuovi adepti? Archeologia criminologica. Oggi la Scu, o ciò che ne resta – e per fortuna non è tanto, e non sarebbe nulla se non trovasse humus sociale adeguato – tratta con gente diversa, e non più solo con elementi abituati sin da piccoli a rubare, rapinare, estorcere, minacciare, aggredire. Quella che era la famosa terza sponda è sempre più a portata di mano dei gruppi che la utilizzano: commercianti, professionisti, imprenditori con la propensione a percorrere le strade dell’illegalità. Gente che non ci si vede in uno stanzino illuminato solo dalla luce dei ceri, e alle prese con coltelli e cupe formule di affiliazione, ma è pronta ad aprire le proprie casse per finanziare o riciclare.

Parola di Penna - E’ il capitolo più interessante dell’analisi più recente sulla Scu del terzo millennio, di cui il collaboratore di giustizia Ercole Penna da lunghi mesi sta rendendo edotti gli investigatori della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Ma ci saranno tempo e modo per approfondire questo tema: stamani all’alba intanto altre sedici ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip Alcide Maritati, in cui si ipotizza anche il reato di associazione di stampo mafioso, si contestano dieci circostanze di estorsione ed una serie di attentati e furti, sono state notificate a nove soggetti già detenuti, tra i quali il boss Massimo Pasimeni, e sette ancora liberi, nel corso dell’operazione Die Hard affidata alla Squadra Mobile di Brindisi ed al commissariato di Mesagne che hanno condotto le indagini, con il supporto del Nucleo anticrimine di Lecce e la supervisione dello Sco di Roma.

Le nuove estorsioni - Il resto è un altro pezzo di storia dell’opera pressoché interminabile di paziente ripristino dei poteri perduti sul territorio dalla stessa Scu, falcidiata dagli arresti. Con una vasta azione estorsiva esercitata in varie forme – ve ne è un campionario  nell’ultima indagine -, dall’imposizione di alcuni lavoratori ad aziende e società di servizi, alla sconto forzato e suicida su auto di lusso: il riferimento è alle pressioni sulla Manutencoop che gestisce i servizi per il presidio ospedaliero Perrino di Brindisi, per obbligare l’azienda a certe assunzioni, e ai diecimila euro in meno sul prezzo di origine pagati per una Porsche Cayenne usata. L’esortazione alla collaborazione da parte di vittime e cittadini è di prammatica, ma anche qui ci sono storie di parti lese e testimoni che non si sono presentati spontaneamente e che hanno parlato con gli investigatori solo sotto insistenze varie. E’ il cuscinetto sociale in cui la Scu cerca di galleggiare e sopravvivere, dice il procuratore della Dda salentina, Cataldo Motta, e che Massimo Pasimeni, il boss mai domo, ha inaugurato cercando di accreditarsi come piccolo e magnanimo mecenate locale, ha spiegato il capo della Mobile brindisina, Francesco Barnaba.

Gli ultimi fatti - Dopo le rivelazioni, la ricerca dei riscontri attraverso le intercettazioni, e i risultati non sono mancati, anche in un’ottica di risposta immediata ai recenti episodi di minaccia criminosa, come l’incendio del’auto dell’impresario mesagnese Fabio Marini, presidente della locale sezione dell’antiracket. Gli investigatori ed il questore Alfonso Terribile non possono dirlo apertamente, ma è quasi certo che tra gli arrestati di oggi ci siano anche gli autori degli ultimi raid. Ci vorrà ancora qualche tempo per provarlo, però. Elementi come Destino e Perez sono sospettati degli avvertimenti a colpi di fucile contro abitazioni e negozi, ad esempio. Ora le “reazioni politiche” che seguono sia gli episodi criminosi, che la risposta della legge, quasi che tutto dipendesse dagli appelli al ministro o al sottosegretario di turno e non dagli operatori delle forze dell’ordine che lavorano anche senza benzina e indennità, in quattro gatti. Diamole per scontate, sono sempre le stesse, interessano – tutto sommato – molto poco.

ARRESTATI, INDAGATI A PIEDE LIBERO, IPOTESI DI REATO ED EPISODI CONTESTATI

Repeat please. Ci risiamo, stessi nomi e cognomi, in parte stesse facce e medesimi reati. Ma solo in parte: ci sono anche le nuove leve. Per 16 di loro sono scattate le manette all’alba di oggi, altri cinque sono indagati a piede libero.

Arrestati (nove già detenuti, 7 prelevati all’alba dalla polizia) - Rosario Capodieci di anni 33 e residente a Mesagne; Ivan Carriero di 29 anni di Mesagne; Antonio Centonze brindisino 44 anni; Nicola Destino residente a Mesagne di 23 anni; Francesco Gravina alias Chicco Pizzaleo mesagnese di 52 anni; Francesco Gravina alias Gabibbo di  39 anni residente a Mesagne; Cosimo Giovanni Guarini 34enne di Mesagne; Giovanni Longo di 39 anni residente a Mesagne; Tobia Parisi mesagnese di 31 anni; Massimo Pasimeni alias piccolo dente, mesagnese di 44 anni; Alessandro Perez 23enne di Mesagne; Marco Petrachi 24 anni di Mesagne; Marcello Romano di 35 anni di Mesagne; Vito Stano 32enne di Brindisi; Giuseppe Stranieri di Mesagne 39 anni; Vincenzo Solazzo alias piddecchia mesagnese di 40 anni.

Indagati a piede libero - Vincenzo Accolli alias l’Americano di 28 anni di Mesagne; Danilo Calò mesagnese di 24 anni; Fabrizio Livera brindisino di 40 anni ed Ercole penna alias Lino il Biondo mesagnese di 38 anni.

Il 416 bis - 416 bis commi 1, 3, 4 e 5 del codice penale, associazione per delinquere di stampo mafioso a carico di Danilo Calò, Rosario Capodieci, Ivan Carriero, Nicola Destino, Francesco Gravina di 52 anni, Cosimo Guarini, Giovanni Longo, Alessandro Perez, Marco Petrachi, Marcello Romano, Vito Stano, Vincenzo Solazzo e Giuseppe Stranieri.

Episodi - Reato di estorsione a carico di Giuseppe Stranieri per aver costretto Carmelo De Nitto (detto Uccio Barbanera), titolare del Ristorante “Locanda dei Messapi” a versargli una somma in denaro di 1.000 euro – in due rate – nel 2008. Il concorso in estorsione – 110, 629 commi 1 e 2 - viene attribuito a Francesco Gravina detto Chicco Pizzaleo, Francesco Gravina alias Gabibbo (nipote del primo) e Vito Stano per l’episodio riguardante Giancarlo Mingolla, titolare della ditta individuale di edilizia stradale incaricata dei lavori di costruzione della circonvallazione di Mesagne, a versare prima 1.000 euro e successivamente altri 1.000, nell’anno 2009.

Per furto in concorso aggravato indagati Ercole Giuseppe Penna, Vincenzo Accolli e Massimo Turisano Pulli per essersi impossessati, nel 2010, di due autocarri di Fernando De Michele, parcheggiati presso l’autocarrozzeria di Massimo Taurisano Pulli. Concorso in estorsione commi 1 e 2 in relazione all’articolo 628 comma 3 a carico di Ercole Penna (mandante) e Vincenzo Solazzo (esecutore) per aver costretto Fernando De Michele a seguito del furto degli autocarri a cedere l’autovettura Porsche Cayenne al prezzo di 25.000 euro (inferiore di 10.000 al suo valore di mercato) con la minaccia consistita nella prospettazione del mancato rinvenimento degli autocarri rubati, che dopo la cessione dell’auto venivano fatti ritrovare.

Concorso continuato in estorsione per Ercole Penna, Antonio Centonze e Fabrizio Livera, per aver costretto Riccardo Infante – Responsabile dell’Area Puglia della Manutencoop Facility Management spa – all’assunzione presso l’ospedale Perrino di Brindisi, di tre persone da loro indicate – secondo gli investigatori – quali Debora Sorge, Concetta Corsano e Margherita Mulino, reato commesso anche nei confronti di Eleonora Tagliaferro – responsabile del “gruppo operativo settore igiene” per l’area Puglia della Manutencoop.

Ercole Penna e Vito Stano sono accusati per delitto tentato in concorso per estorsione, per aver costretto Giuseppe Daloiso – legale rappresentante della Daloiso Nicola & C sas (incaricata per l’esecuzione di lavori per la sistemazione del canale Galina-Capece) a cedere loro una parte del compenso ottenuto per l’esecuzione dei lavori e a servirsi dei fornitori indicati da loro stessi. Delitto tentato per concorso in estorsione – articolo 56, 110, 61 numero 6 e 629 e 628 a carico di Tobia Parisi e Ivan Carriero, per aver costretto Luigi Devicienti a consegnare loro la somma di denaro pari a 20.000 mila euro.

Per il reato di incendio in concorso, Marcello Romano e Danilo Calò per aver appiccato il fuoco al portone d’ingresso dell’abitazione di Luigi Devicienti in via Federico II Svevo, 11 a Mesagne il 27 luglio 2011. Estorsione continuata a carico di Ercole Penna, Massimo Pasimeni, Vito Stano, Francesco Gravina di 52 anni e Francesco Gravina detto Gabibbo, per aver costretto Pasquale Carriero – imprenditore edile titolare dell’omonima impresa individuale operante in Mesagne – a versare una somma pari a 20.000 mila euro nel gennaio del 2010.

Mentre a carico di Giovanni Longo grava l’accusa di delitto tentato per concorso in estorsione per aver costretto i titolari della “Taf  Pneumatici srl” a versargli una somma di denaro non meglio specificata con minaccia, i fatti risalgono al 29 gennaio 2010. Per circostanze aggravanti e reato continuato in concorso per ricettazione a carico di Giovanni Guarini e Nicola Destino (in concorso con Giovanni Longo, Rosario Capodieci e Alessandro Perez) per aver detenuto e portato senza licenza dell’autorità in luogo pubblico un fucile da caccia, ricevuto e occultato, provento di furto commesso a Brindisi il 2 maggio 2010 ai danni di Giuseppe Andrisano.

Per Cosimo Guarini, Alessandro Perez e Nicola Destino gravano a loro carico i reati di delitto tentato, continuato in estorsione e tentativo di rapina ai danni di Cosimo Scalera – gestore di tre supermercati “Eurospin” e averlo costretto a versare loro tre mila euro con minaccia di far esplodere contro il portone della sua abitazione in via Federico II Svevo 31, un colpo di fucile (così come successo l’8 ottobre 2010). Danneggiamento aggravato invece pende a carico di Nicola Destino, per aver danneggiato il 10 ottobre 2010, la vetrata del negozio di macelleria a Mesagne di Pasquale Greco, in via Mannarino. Il reato di aggravante in concorso pende per Cosimo Guarini, Nicola Destino, Alessandro Perez e Rosario Capodieci per aver, in concorso tra loro, esploso un colpo di fucile nel centro abitato di Mesagne il 12 ottobre 2010.

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