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Il decreto-province non sarà convertito

ROMA- Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito: lo ha deciso, ieri sera, la Commissione Affari Costituzionali del Senato: troppi emendamenti da esaminare e troppo stretti i tempi imposti dalla crisi di governo. Oggi i capigruppo definiscono l'agenda. Obiettivo: votare la legge di stabilita' il 20 dicembre. Oggi in consiglio dei ministri il regolamento che taglia prefetture e questure in 18 città, pacchetto da cui dovrebbero essere escluse Brindisi e Crotone.

ROMA- Il decreto sul riordino delle Province non sarà convertito: lo ha deciso, ieri sera, la Commissione Affari Costituzionali del Senato: troppi emendamenti da esaminare e troppo stretti i tempi imposti dalla crisi di governo. Oggi i capigruppo definiscono l'agenda. Obiettivo: votare la legge di stabilita' il 20 dicembre. Oggi in consiglio dei ministri il regolamento che taglia prefetture e questure in 18 città, pacchetto da cui dovrebbero essere escluse Brindisi e Crotone.

Il Ddl con la riforma della legge elettorale e il Dl sul riordino delle Province escono dunque dal calendario dei lavori di aula del Senato. Su un altro provvedimento, il decreto cosiddetto "Salva Ilva", la conferenza dei capigruppo ha deciso che si terrà domani mattina in aula alla Camera il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Lega e Idv. Il provvedimento è stato calendarizzato per arrivare in aula al Senato mercoledì 19 dicembre.

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