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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Sciopero nel campo: “Abbiamo fame, di libertà”. Giallo su destinazione nave Clodia

MANDURIA - La nave traghetto Clodia, della Grimaldi lines, partita ieri sera da Lampedusa, arriverà domani mattina alla base navale di Mar Grande a Taranto della Marina militare. A bordo ci sono 1040 immigrati tunisini. Non si conosce ancora la tendopoli di destinazione degli immigrati, ma tutto lascia supporre che possa essere quella di Manduria, dove l’attuale disponibilità è di circa 1500 posti. Se così fosse a partire della mattinata di domani assumerebbe forma e sostanza un copione già visto: spola di pullman da Taranto al campo allestito lungo la provinciale che collega Oria e Manduria. Con l’unica differenza che il viavai andrebbe ad inserirsi all’interno di uno scenario già incandescente da giorni. Cresce il timore che la struttura possa davvero rischiare il collasso, con tutte le conseguenze che questo comporterebbe anche sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ma tant’è. E l’alba è vicina.

MANDURIA - La nave traghetto Clodia, della Grimaldi lines, partita ieri sera da Lampedusa, non dovrebbe arrivare domani mattina alla base navale di Mar Grande a Taranto della Marina militare. A bordo ci sono 1040 immigrati tunisini. Non si conosce ancora la tendopoli di destinazione degli immigrati, ma fonti della Marina militare italiana smentiscono che possa essere quella di Manduria.  La nave starebbe attraversando lo Stretto di Messina risalendo presumibilmente verso un porto del Tirreno. Diversamente assumerebbe forma e sostanza un copione già visto: spola di pullman da Taranto al campo allestito lungo la provinciale che collega Oria e Manduria. Con l’unica differenza che il viavai andrebbe ad inserirsi all’interno di uno scenario già incandescente da giorni. Cresce il timore che la struttura possa davvero rischiare il collasso, con tutte le conseguenze che questo comporterebbe anche sotto il profilo dell’ordine pubblico. Ma tant’è. E l’alba è vicina. Lo scetticismo, intanto, galoppa.

“È l'esempio della mancanza di controllo e collaborazione”. Così il sindaco dimissionario di Manduria, Paolo Tommasino recatosi alla tendopoli, ha commentato la notizia dell'arrivo domani di altri 1040 immigrati tunisini provenienti da Lampedusa. “Noi vogliamo assumerci le nostre responsabilità - ha proseguito Tommasino - capiamo le esigenze del governo, comprendiamo l'esigenza umanitaria, ma continuo a non sapere nulla ad esempio di questi arrivi”. Riferendosi poi alle prese di posizione di esponenti politici di varie estrazioni, Tommasino ha detto che “in questi ultimi giorni c'è stato chi ha fatto della vicenda una strumentalizzazione e chi dall'altro lato si è appiattito alle decisioni giunte dall'alto”.

Il clima, alla vigilia dei nuovi arrivi, è dunque teso. All’interno e all’esterno del centro continuano a tenere banco i sit in di protesta e solidarietà agli emigranti. Circa 70 immigrati dei 150 che stanno protestando dalla notte scorsa accampandosi di fronte all'ingresso della tendopoli hanno rifiutato il pranzo, iniziando uno sciopero della fame. Non è stato fornito invece dai gestori della struttura il numero degli immigrati tunisini che hanno fatto la stessa scelta all'interno della tendopoli. Intanto esponenti di associazioni e comitati antirazzisti hanno portato generi di prima necessità e soprattutto bevande agli immigrati accampati all'esterno del campo.

E tra le storie, anche un commuovente abbraccio: quello tra una donna e suo nipote, ospite del campo: «Speriamo che mi diano una mano. Senza mio nipote non vado via». Rebah Mamoudi, tunisina, da 35 anni vive a Verona dove lavora alla stazione ferroviaria. Ha sposato un italiano ed ha una figlia nata nel nostro Paese. Questa mattina è giunta alla tendopoli di Manduria con il resto della famiglia dopo un viaggio in treno di oltre 11 ore per ritrovare un nipote, Mohamed, che ha 28 anni ed è giunto in Italia dopo lo sbarco a Lampedusa.

La donna ha saputo che il nipote era alla stazione ferroviaria di Oria, pronto a salire su un treno, e accompagnata in auto da troupe televisiva lo ha raggiunto e riportato alla tendopoli. Ora il giovane dovrà fare richiesta per un permesso temporaneo. Mohamed faceva il commerciante a Tunisi. È giunto in Italia circa una settimana fa e per il viaggio ha pagato un milione di dinari tunisini, pari a circa 600 euro. Rebah resterà  all'ingresso del campo con il resto della famiglia sino a quando il nipote, che era la notte scorsa tra i manifestanti che hanno dormito all'aperto e ha rifiutato stamani la colazione), non otterrà il primo visto ufficiale per muoversi sul territorio nazionale.

Sul fronte ordine pubblico, si affaccia anche un altro rischio. Ci sarebbe la concreta possibilità che attorno al viaggio della speranza e della libertà di molti migranti - fuggiti da Lampedusa e dai centri di Manduria e Santa Maria Capua Vetere e diretti Ventimiglia per tentare di arrivare in Francia - si infiltri la 'ndrangheta. Molto presente nel Ponente ligure, l’organizzazione starebbe tentando di gestire e controllare i passeur.

L'indiscrezione, non confermata né smentita dalle fonti investigative, è trapelata dopo il ritrovamento di alcuni numeri di cellulari nelle tasche di migranti arrivati da Lampedusa fino al confine ligure con la Francia. Secondo quanto appreso, se il numero di profughi dovesse aumentare, il traffico di clandestini tra Italia e Francia potrebbe diventare un ottimo business per la mala che storicamente riesce a far passare dal confine i latitanti di 'ndrangheta che si vanno a nascondere in Francia.

Per quanto attiene la giornata politica, invece, a tenere banco nel pomeriggio sono state le esternazioni del presidente della Provincia di Brindisi, affidate a un comunicato stampa: “Avevamo ragione. Quanto sta accadendo negli ultimi giorni costituisce la conferma delle nostre perplessità in relazione ad una chiara penalizzazione subita dal nostro territorio nella scelta del sito dove è stata realizzata la Tendopoli tra Oria e Manduria”. Questa la premessa, poi l’essenza dell’intervento del presidente Ferrarese, che prendendo spunto dall’intervento di Berlusconi a Lampedusa, rilancia la questione “turismo”: “Nell’ambito del programma di valorizzazione turistico-ricettiva Terre del Salento, la Provincia riserverà interventi promozionali specifici proprio su Oria e Manduria, valorizzando in Italia ed all’Estero le loro bellezze storiche e naturali ed offrendo pacchetti di convenienze a chi deciderà di trascorrere qui le proprie vacanze".

"Un intervento di marketing - aggiunge - che sarà rivolto a buyers ed alla stampa di settore. Ci aspettiamo che il Governo, al pari di ciò che ha promesso il Presidente del Consiglio a Lampedusa, faccia la sua parte, con una defiscalizzazione per chi propone nuovi investimenti in questo territorio e con cospicui incentivi riservati agli operatori turistici. Allo stato attuale l’unico sforzo promesso dal Ministro Maroni a qualche parlamentare è stato quello di realizzare un impianto di videosorveglianza. Ma forse si ignora che tutto questo già esiste ad Oria e non serve realizzarne un altro. Garantire sicurezza ai cittadini significa ben altro, a partire dalla presenza radicata di forze dell’ordine per giungere alla creazione di concrete opportunità di crescita economica. Nessuno chiede canali privilegiati, ma gli sforzi di risollevarsi con le proprie gambe non possono essere pregiudicati da scelte insensate come è risultata quella di far convergere a Manduria, in una tendopoli per terremotati, migliaia di disperati pronti a tutto pur di fuggire verso altri paesi d’Europa”.

E così pure non si placa lo scontro attorno alle ispezioni negate presso la tendopoli. «Il divieto opposto ai nostri deputati ad esercitare una loro prerogativa, cioè visitare i Cpt di Lampedusa e Manduria è grave e inaccettabile e il ministro Maroni spieghi come sia potuto accadere». Lo denuncia Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd, dopo che oggi i deputati Andrea Sarubbi e Furio Colombo, e sabato Ludovico Vico e Alberto Maritati, non hanno potuto visitare i centri di accoglienza di Lampedusa e Manduria. «Le visite erano state anche preavvisate - sottolinea Franceschini - come atto di cortesia non dovuto, ciò nonostante sono state impedite in base a disposizioni non ben definite del ministro dell'Interno. Ci chiediamo su quali basi si possano sospendere le prerogative dei parlamentari. È doveroso e necessario un chiarimento da parte del ministro Maroni”.

Per il parlamentare francavillese Luigi Vitali, invece, che pure nei giorni scorsi ha fatto visita al centro, “se le prerogative costituzionali dei parlamentari devono essere utilizzate per fare passerella e per creare problemi di ordine pubblico, come si è verificato fino ad oggi, non solo legittima è stata la circolare del ministro Maroni, ma assolutamente doverosa”.

Polemiche a parte, inutile dire, che sul piano delle soluzioni politiche l’attesa oggi era tutta rivolta all’esito del vertice di Tunisi. Si è conclusa nel pomeriggio la missione del premier Silvio Berlusconi e del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, a Tunisi per discutere del problema dell'afflusso continuo di immigrati clandestini sulle coste italiane. Dopo il colloquio con il premier tunisino Bèji Caid Essebsi, Berlusconi si è mostrato ottimista, sostenendo che anche sulla questione dei rimpatri «c'è la disponibilità da parte del governo di Tunisi di esaminare la questione e la nostra volontà di farlo in modo assolutamente civile». I  due esponenti del governo italiano non tornano però a Roma con una intesa già sottoscritta. Secondo l'emittente privata “Hannibal”, tecnici dei ministeri degli Interni di Roma e Tunisi si incontreranno tra oggi e domani per definire un possibile accordo, e non è escluso che Maroni possa ritornare in Tunisia già domani per sottoscriverlo.

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