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Venerdì, 26 Aprile 2024
Speciale Fasano

“Tante vittime e tra esse mio figlio: stop alla Statale della morte”

FASANO - Un grido di dolore, più che un monito. Comunque una manifestazione di protesta, con il vuoto nel cuore, per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare alle proprie responsabilità la classe politica. L’Aguvs di Fasano “Flavio Arconzo” (Associazione Gruppi Uniti Tutela e Giustizia per le Vittime della Strada) lo urla a gran voce: “Basta alla Statale della Morte”. E domenica 3 aprile scende in strada: “Invitiamo tutti quanti a partecipare al sit in di protesta lungo Statale 172 dei Trulli”, annuncia Caterina Schiavone, presidente del sodalizio, madre di un ragazzo che lungo l’arteria maledetta qualche anno fa ha perso la vita.

FASANO - Un grido di dolore, più che un monito. Comunque una manifestazione di protesta, con il vuoto nel cuore, per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare alle proprie responsabilità la classe politica. L’Aguvs di Fasano “Flavio Arconzo” (Associazione Gruppi Uniti Tutela e Giustizia per le Vittime della Strada) lo urla a gran voce: “Basta alla Statale della Morte”. E domenica 3 aprile scende in strada: “Invitiamo tutti quanti a partecipare al sit in di protesta lungo Statale 172 dei Trulli”, annuncia Caterina Schiavone, presidente del sodalizio, madre di un ragazzo che lungo l’arteria maledetta qualche anno fa ha perso la vita.

“La Strada Statale 172 Dei Trulli – scrive la signora Schiavone - è un’importante arteria che si snoda in Puglia, collegando il barese alla Valle d’Itria, toccando o attraversando i Comuni di Casamassima, Turi, Putignano, Alberobello, Locorotondo, Fasano, Martina Franca e Taranto. Insomma, una strada che collega l’Adriatico allo Jonio, il nord con il sud, per questo caratterizzata da un’alta densità di traffico. Pensiamo al trasporto su gomma proveniente dalla Basilicata, dalla Calabria e dalla Sicilia.

Il tracciato di circa 85 chilometri è particolarmente suggestivo per la caratteristica del paesaggio costellato dai tipici trulli, ma questo ormai poco importa, dal momento che la strada è divenuta tristemente famosa per l’alta pericolosità e per i mazzi di fiori, le lapidi e gli striscioni commemorativi disseminati lungo tutto il percorso”. Triste e corposo l’elenco degli incidenti avvenuti lungo famigerata Statale. A partire dallo scontro frontale, nel tratto Fasano – Laureto,  tra un camion e un autobus, il 3 luglio 2008. Uno schianto che causò 6 morti e circa 35 feriti.

“In quel punto – spiega la presidente Schiavone - la strada è stretta, e due mezzi pesanti si incrociano con difficoltà, quindi non è impossibile che possano sfiorarsi, perché non hanno spazio per spostarsi sulla propria destra, in quanto da un lato c’è il costone di roccia (con arbusti e alberi non sempre tagliati), e dall’altra lo strapiombo che vede sotto la cittadina di Fasano”. Un altro incidente significativo è quello dell'11 luglio 2009 presso Turi con altri 4 morti e 2 feriti. Solo due esempi. “Ma di morti - racconta Caterina Schiavone - ne conta tanti quella strada, e tra essi mio figlio: Flavio, 17 anni".

"Il 18 ottobre 2006 mentre viaggiava in direzione Locorotondo per tornare a casa, un automobilista, che a causa di uno pneumatico sgonfio aveva fretta di immettersi nel distributore Agip, alle porte di Fasano, non rispettò una semplice regola di precedenza mentre svoltava a sinistra, e sbalzò Flavio dalla moto. Ma anche qui la strada, o meglio chi la gestisce, ha le sue responsabilità. Infatti all’apertura del suddetto distributore furono tante le polemiche, perché si aveva la sensazione che il posto, già di per sé pericoloso, lo diventava ancora di più con l’alto numero di mezzi che sarebbero entrati e usciti nell’area. Ed infatti, puntualmente si verificò la prima tragedia, con la morte di un giovane centauro fasanese, Francesco Angelini,  20 anni. Travolto e ucciso da un’auto che usciva dall’area di servizio. Ripresero aspre le polemiche, ma dopo qualche tempo si tornò a nascondere la testa sotto la sabbia, fino a quando, fu la volta di mio figlio. E ancora una volta tutti a urlare che era un'altra tragedia annunciata e che quella strada e quel posto andavano messi in sicurezza. Ma dopo un po’ come di consueto tutto tornò a tacere”.

Ma i familiari delle vittime della “172” ora non sono più disposti a stare in silenzio: “La Strada della morte diventa sempre più insidiosa e ricca di mazzi di fiori. Gli incidenti sono all’ordine del giorno, e ancor più frequenti sono quelli di cui non parlano i notiziari e passano inosservati solo perché non causano morti e feriti”.

Gli interventi necessari La 172, spiegano i responsabili dell’associazione, è una strada vecchia di svariati decenni, mai ammodernata e mai messa in sicurezza. Ormai la situazione va a peggiorare sempre di più. “Il tratto Laureto - Fasano è divenuto insostenibile, in quanto a tutti i vecchi problemi  di insicurezza della Statale, si è aggiunto quello nuovo e insidioso del manto stradale molto sdrucciolevole. Bastano poche gocce di pioggia per assicurare 2-3-4 incidenti nell’arco di poche ore. Un percorso di guerra: si possono vedere molte zone con muretti demoliti; decine di metri di guardrail abbattuti con diversi cantieri (segnali per rallentare e reti arancioni) messi per “proteggere” le zone lasciate scoperte dalle barriere mancanti; zone che in alcuni casi si affacciano su alti strapiombi; e tanti rottami di auto che  occupano il bordo della strada, tutti a testimoniare i tanti incidenti”.

In coda l’affondo, condito con dolore e rabbia: “Quella strada è anche teatro di un importante cronoscalata nazionale che si svolge annualmente, la Fasano-Selva. Il suo punto di partenza è proprio nel tratto in cui l'asfalto si è macchiato del sangue di mio figlio. Io sono solo una mamma, ignorante in molte cose, ma il dubbio, feroce, si insinua: che sia questo il motivo per cui si finge di non vedere la pericolosità di quella strada, in particolare del tratto in questione? E' forse questo il motivo per cui in quel punto non è stato messo uno spartitraffico o una rotatoria? E' possibile che si preferisca dimenticare che quella statale è un importante e trafficata arteria che collega il nord con il sud, e si preferisce tenerla nelle attuali condizioni per non far perdere competitività  e interesse alla gara?”

Non vi è giorno, ormai, che sulla strada statale 172, nel tratto tra Fasano e Laureto, non si verifica un incidente stradale. Ovviamente il tutto si accentua nelle giornate di piogge. Nei mesi scorsi su iniziativa dell’assessore regionale alle opere pubbliche Fabiano Amati si sono tenuti diversi incontri con l’Anas per il varo del progetto definitivo di messa in sicurezza della 172. Un’opera che ovviamente richiede tempi e costi notevoli. Nei giorni scorsi, il sindaco Lello Di Bari ha scritto una lettera all’Anas.

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