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Martedì, 30 Aprile 2024
Economia

Dcm: avviata la procedura di licenziamento collettivo di 81 lavoratori

Lo ha comunicato il liquidatore della società (ex Gse) alla Task Force regionale e ai sindacati. Martedì 10 novembre incontro in prefettura: "Situazione drammatica per 80 famiglie"

BRINDISI – Svolta negativa nella vicenda Dcm. Il liquidatore dell’azienda aerospaziale (ex Gse) ha comunicato alle organizzazioni sindacali, alla task force regionale per le emergenze occupazionali e gli enti competenti l’avvio della procedura di licenziamento collettivo nei confronti di 81 dipendenti (18 impiegati e 63 operai). Tale comunicazione segue di pochi giorni l’interruzione del dialogo con parti sociali e istituzioni comunicata lo scorso 28 ottobre, tramite una missiva in cui lo stesso liquidatore spiegava che la società non avrebbe potuto dar seguito al percorso avviato anche a livello parlamentare per la proroga di un anno della cassa integrazione, in scadenza ad aprile 2022. La rottura del tavolo delle trattative è stata motivata con l’azione legale intrapresa dal 90 percento del personale nei confronti dell’azienda, “sul presupposto di illegittimità dell’operazione di salvataggio dell’ex Gse sin dal 2018”. Le “poche risorse economiche” a disposizione dell’azienda, dunque, da quanto sostenuto dl liquidatore nella nota del 28 ottobre, sarebbero state assorbite dal contenzioso legale.

Nella giornata di ieri (mercoledì 3 novembre) i sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic, Cobas, Ugl hanno reagito all’interruzione del dialogo con una richiesta di incontro urgente al prefetto di Brindisi. La convvocazione è stata fissata per martedì 10 novembre, alle ore 10:30, in modalitò videoconferenza. “La situazione delle circa 80 famiglie coinvolte - rimarcano i sindacati - è drammatica, i lavoratori hanno tutto il diritto di percepire un minimo sostegno economico nei tempi congrui e di poter rivendicare il lavoro in quanto condizione essenziale di libertà, dignità e autonomia”.

“Ai lavoratori - afferma il segretario generale della Fiom Cgil brindisi, Angelo Leo, tramite nota stampa - non è stato concesso neanche un secondo per rispondere alla richiesta di rinuncia all'azione legale (formulata nel corso di un incontro che si è svolto lo scorso 18 ottobre presso il Comune di Brindisi, ndr), che si sono ritrovati licenziati. Questa di Brindisi è una brutta storia, simile purtroppo a tante altre che si stanno consumando a danno dei lavoratori nel nostro paese. Nonostante gli annunci della ripresa e del tutto va bene, madama la Marchesa. L'amara realtà rimane invece che gran parte dei lavoratori subisce la cassa integrazione, ma ora si sta già passando ai licenziamenti collettivi".

"Attaccare il sindacato, indebolendo la sua capacità contrattuale in difesa dei lavoratori e primo tra tutti al diritto al posto di lavoro - prosegue Leo - è un pericoloso segnale in una situazione di precario equilibrio economico, sociale, politico. I lavoratori, il sindacato, non vanno lasciati soli. La politica e le istituzioni battano un colpo. I licenziati della Dcm appartengono non solo al nostro territorio, essi appartengono all'intero paese nell'epoca delle multinazionali che aprono e chiudono senza freni, come e quando vogliono”.

Articolo aggiornato alle ore 15:10 (incontro in prefettura martedì 10 novembre)

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