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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Santa Teresa, la politica pensa allo scaricabarile mentre si rischia la liquidazione

La destra difende l'operato dell'ex amministratore Marchionna e attacca Matarrelli, mentre la sinistra è a fianco del presidente della Provincia e punta il dito contro il sindaco di Brindisi. Intanto 90 lavoratori sono col fiato sospeso. Il presidente della task force regionale sull'occupazione, Leo Caroli: "Pronti a riconvocare un tavolo"

BRINDISI - Mentre la politica gioca allo scaricabarile, i lavoratori della Santa Teresa sono col fiato sospeso. Dopotutto, se la società in house della Provincia di Brindisi dovesse essere messa in liquidazione, 90 famiglie si troverebbero, per usare un eufemismo, in seria difficoltà. L'ipotesi non è peregrina, questione di crediti non esigibili, come si vedrà tra poco. E una società liquidata non è certo il miglior biglietto da visita per l'ex amministratore unico della Santa Teresa, ora nuovo sindaco di Brindisi, Giuseppe Marchionna. Ma questa è anche una bella grana per l'attuale presidente della Provincia, Toni Matarrelli. In un anno - il sindaco mesagnese è stato eletto alla guida della Provincia nel marzo 2022 - si è reso conto della situazione economica della società? Fin qui, la polemica politica, basata giustappunto sul gioco più antico del mondo nella cosa pubblica: lo scaricabarile. Intanto in Regione Puglia si tengono pronti ad affrontare lo scenario peggiore e a salvare i lavoratori: il presidente della task force regionale Leo Caroli è disponibile, ovviamente, a riconvocare un tavolo regionale di crisi sull'argomento.

La Provincia attacca, la coalizione Marchionna risponde

Per giorni si parla di "crediti inesigibili" da parte della Santa Teresa. Il 20 giugno 2023 la Provincia di Brindisi, dopo un incontro proprio sul tema, dirama uno stringato e freddo comunicato stampa: "Dal contraddittorio effettuato, anche alla luce del riconoscimento da parte della Provincia di alcuni crediti in prima battuta non riconosciuti, si è riscontrato, in ogni caso, un errore da parte della Santa Teresa nella determinazione di crediti che a loro giudizio fossero maturati nel 2022 ma che di fatto hanno imputazione contabile sul 2023". Traduzione: la situazione economica è precipitata. E tanto anche. Marchionna avrebbe le sue responsabilità, il sottotesto. Dopotutto è amministratore dal 2017 fino a pochi giorni fa, quando si è dimesso dopo l'elezione a sindaco di Brindisi. Per un giorno tutto tace. Poi, ieri (21 giugno) arriva la risposta dei partiti che appoggiano Marchionna. Parlano di "una difesa a nascondere la propria incapacità a trovare soluzioni equilibrate di medio e lungo respiro, che un reale problema di natura economica finanziaria" e della ricerca di "capri espiatori deboli". Tralasciando il fatto che il peso politico dei contendenti è perlomeno pari, non si può non notare un passaggio, quando si parla di una "legge che permette di spalmare la ipotetica perdita sui prossimi cinque esercizi finanziari". La chiosa, è un colpo di clava: per gli esponenti della destra brindisina la vicenda Santa Teresa "è stata studiata a tavolino, da una parte per defilarsi dalle responsabilità personali e dall’altra per utilizzare questo strumento al fine di portare un becero attacco politico a chi oggi rappresenta le istituzioni del Comune capoluogo".

Luperti e i Democratici all'attacco del neo sindaco

Ricapitolando: la Provincia (Matarrelli è di sinistra) praticamente dice che si è trovata di fronte a un "analfabetismo legislativo". Ovviamente, poiché si parla di un comunicato ufficiale di un ente, questa è la libera traduzione di chi lo legge. Poi, a stretto giro di posta, la destra brindisina rimanda l'epiteto al mittente: se la perdita è spalmabile su cinque anni, l'analfabeta legislativo va cercato altrove, in Provincia, per la precisione. Un altro colpo di clava mica da ridere arriva sempre da destra, ma contro Marchionna. Tra lui e Pasquale Luperti, si sa, non scorre buon sangue. E infatti Luperti, sempre ieri, si appella ai rivali di sinistra che siedono in Provincia: "Spetta alla Provincia inchiodarlo (Marchionna, ndr) alle sue responsabilità. Lo lasci al suo posto di amministratore unico (pur dimissionario) fino a quando non si farà chiarezza sul destino che proprio Marchionna ha disegnato per la Santa Teresa, decretandone quasi certamente la sua fine". Poi, en passant, Luperti tira fuori nuovamente la questione delle promozioni (qui l'approfondimento). Oggi, invece, tocca al Partito Democratico di Brindisi esprimersi sulla questione. Dapprima, ricordano le posizioni critiche dell'attuale vice di Marchionna, Massimiliano Oggiano, sulla gestione della società in house targata Marchionna. Poi, si passa alla difesa di Matarrelli: "A differenza di qualcun altro, il presidente Matarrelli è impegnato, con gli enti superiori, a individuare ogni possibile percorso amministrativo finalizzato a normalizzare la Santa Teresa anche alla luce dell'iter legislativo per la ricostituzione delle province con l'elezione diretta prevista nel 2024". Ora, una chiosa è necessaria, per correttezza: i comunicati stampa delle varie forze politiche non sono stati trascritti integralmente, in ognuno di essi c'è sempre la preoccupazione nei confronti dei lavoratori. Ma la preoccupazione, si sa, da sola non basta.

E intanto la task force sull'occupazione si tiene in allerta

A questo punto, i lavoratori devono ovviamente sperare che lo scenario peggiore per la Santa Teresa, la liquidazione, non si avveri. Le sorti della società in house della Provincia di Brindisi sono seguite da anni in Regione Puglia. Lo stesso presidente della task force regionale sull'occupazione, Leo Caroli, ha spiegato la propria posizione a BrindisiReport, come si vedrà a breve. La situazione viene attenzionata già dal 2017, anno dell'esordio di Marchionna alla guida. Una premessa: addossare una situazione finanziaria scricchiolante al solo Marchionna sarebbe ingeneroso, ovviamente. Lui dal 2017 occupa quella posizione, ma le casse languono già. Comunque, già all'epoca ci sono una ventina di esuberi strutturali. La Regione interviene con proprie risorse, con la cassa integrazione in deroga. Si parla di milioni di euro, mica spicci. L'azienda respira e si riesce anche a rimpinguare il Fis (fondo d'integrazione salariale) dell'Inps, che consente di fruire di ammortizzatori sociali, ma non in deroga, questa volta. Poi, sempre la Regione, affida alla Santa Teresa compiti di accoglienza e pulizia del polo biblio-museale brindisino. Altri lavoratori sono occupati, quindi. Infine, altro patto pubblico-pubblico (tra Regione e Provincia) per mansioni di accoglienza e assistenza presso i centri per l'impiego. Ma la Corte dei Conti ha diffidato la Puglia, in quanto per Arpal (stesse mansioni) sono stati reclutati mille lavoratori. Quindi, su 90 dipendenti della Santa Teresa, una ventina sono esuberi. Anche se ora rischiano tutti. Infatti, Leo Caroli ha dichiarato: "Sono pronto a riconvocare il tavolo regionale di crisi. Auspico, inoltre, un nuovo interlocutore (un amministratore della società, ndr) per consolidare il percorso di messa in sicurezza della società e, di conseguenza, dei lavoratori". 

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