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Martedì, 30 Aprile 2024
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Caos sul petrolchimico: "Quadro surreale, necessario l'intervento del Governo"

Le prime reazioni politiche arrivano dal presidente della Provincia di Brindisi Toni Matarrelli e dall'onorevole Mauro D'Attis, che auspicano una imponente mobilitazione collettiva. Il parlamentare Pd Stefanazzi presenta un'interrogazione ai ministri

BRINDISI - La decisione dei vertici LyondellBasell di chiudere uno dei due impianti di Brindisi - il P9T - ha comprensibilmente destabilizzato molti lavoratori e lavoratrici che vi prestano servizio. 

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Il coordinamento nazionale dell'azienda convocato d'urgenza martedì sera (5 settembre), infatti, ha predisposto la fermata definitiva dell’impianto P9T di Brindisi, per il quale è stata già notificata la procedura di licenziamento collettivo per 47 lavoratori. Secondo i sindacati si rischierebbe un effetto domino capace di portare anche alla chiusura del secondo impianto (il PP2). 

Crisi LyondellBasell, i sindacati: "Anche il secondo impianto è a rischio chiusura"

Ad esprimersi prima di tutti sul tema, per mezzo di una nota stampa, nella mattinata odierna (7 settembre), ci ha pensato il presidente della Provincia di Brindisi Toni Matarrelli: "Una importante solida multinazionale annuncia a ciel sereno la chiusura di uno stabilimento fin lì altrettanto importante e solido, l’invito a decine di lavoratori a traslocare armi e bagagli in un’altra regione, l’esubero di 47 operai - scrive Matarrelli, che prosegue - Il quadro sarebbe surreale se non fosse accaduto nella realtà. Precisamente a Brindisi, dove la LyondellBasell, tra le maggiori aziende chimiche del Paese, assume unilateralmente una decisione destinata a originare una serie di catastrofiche conseguenze anzitutto ai danni dei lavoratori e delle loro famiglie, ma certamente anche incidendo sull’assetto industriale ed economico del territorio". 

Toni Matarrelli-7

"Di fronte ad un rischio di tale entità, è urgente sollecitare l’intervento,  anzi la mobilitazione, delle più alte istituzioni democratiche - prosegue il presidente della Provincia - Il Governo per primo, soggetto costituzionalmente deputato ad interdire il meccanismo innescato dalla LyondellBasell. Poi certamente tutti i parlamentari, i consiglieri regionali e i sindaci della provincia, per rendere concreto e visibile, davanti a questa grave emergenza, un fronte univoco di salute pubblica. Io, dal mio canto, ci sono". 

“Una decisione unilaterale, assunta senza alcun confronto con le istituzioni territoriali o nazionali, che non possiamo accettare - afferma invece l'onorevole Mauro D'Attis - sulla chiusura dell’impianto dello stabilimento Lyondell Basell di Brindisi depositerò, con altri colleghi di Forza Italia, un’interrogazione parlamentare diretta al ministro Urso per richiedere l’intervento del governo - continua - Una circostanza gravissima che porta con sé decine e decine di licenziamenti e potrebbe determinare un effetto domino su tutto il settore petrolchimico del nostro territorio e non solo. La chiusura dell’impianto potrebbe anticipare di pochissimo quella dell’intero stabilimento con pesanti ripercussioni anche sull’Eni Versalis: ergo, verrebbe intaccato tutto il settore industriale della chimica di base in Italia. Per questo, esperirò ogni strada utile per portare il gruppo americano a fare un passo indietro a tutela della nostra economia e dei tanti lavoratori che vivono un momento di grande preoccupazione”.

Claudio Stefanazzi

Intanto, è stata depositata presso la Camera dei Deputati a firma del parlamentare Claudio Stefanazzi (Pd) un'interrogazione parlamentare in cui si richiede l'intervento del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, per sapere quali iniziative si intendono intraprendere per la decisione della società LyondellBasell di dismettere parte dell'attuale impianto di produzione di Brindisi.

Stefanazzi, nella sua interrogazione, spiega che "la genericità delle giustificazioni fornite sembrano fungere da facile pretesto per un chiaro disimpegno dell'azienda per sottrarsi al necessario percorso di transizione che lo stabilimento deve affrontare". E aggiunge che "la città di Brindisi, come poche altre città italiane, ha offerto un contributo enorme in ambito petrolchimico e di produzione energetica negli scorsi decenni, pagandone talvolta un prezzo molto alto e anche per questo merita di vedere valorizzate le professionalità di alto livello esistenti e, soprattutto, di essere accompagnata in un processo di transizione verso la piena sostenibilità".

Prosegue Stefanazzi: "Inoltre, non si può escludere il rischio che tale disimpegno possa riverberarsi su altre aziende legale al ciclo produttivo degli impianti brindisini di LyondellBasell, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro, oltre ai 150 complessivi dell'azienda stessa; infine, la chiusura di LyondellBasell a Brindisi si tradurrebbe nell'ennesimo colpo a una filiera ad alto valore strategico come quella della chimica". Da qui, la richiesta ai ministri e al Governo Meloni: "Se e quali iniziative intendano intraprendere per scongiurare il rischio di chiusura dell’impianto P9T di Brindisi e tutelare di conseguenza le professionalità coinvolte; se e quali iniziative intendano intraprendere in tema di politiche industriali per salvaguardare settori strategici per gli interessi economici nazionali come quello chimico".

Sulla vicenda si registra anche l'intervento del consigliere regionale, nonché presidente della commissione Sanità Puglia, Mauro Vizzino: "La decisione di Basell di chiudere un impianto fondamentale per la vita dello stabilimento di Brindisi è inaccettabile e fortemente discutibile. Senza voler entrare in scelte di carattere aziendale, ritengo che sia assurdo penalizzare un territorio che anche a Basell ha dato tanto. Per questo motivo, mi attiverò per verificare ogni azione in cui possa risultare utile la presenza della Regione Puglia per far tornare l'azienda sui suoi passi. Nel frattempo, colgo l'occasione per esprimere piena e convinta solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori, assicurando che non saranno lasciati soli in questa battaglia".

Articolo aggiornato alle 14:20 (dichiarazioni Vizzino)

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