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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Arrestati per incendio Cpr Restinco, uno scarcerato l'altro in carcere

Il gip convalida l'arresto di due cittadini stranieri dopo il rogo del 19 dicembre, ma nell'ordinanza è previsto che il 32enne tunisino sia libero

BRINDISI - Il gip del Tribunale di Brindisi, Vilma Gilli, convalida l'arresto di due cittadini stranieri, arresto avvenuto il 19 dicembre in seguito a un incendio scoppiato nel Cpr di Restinco. Il rogo ha causato la morte di un 38enne di nazionalità marocchina. Sono stati arrestati dalla polizia un 32enne tunisino e un 28enne georgiano, accusati di danneggiamento e di morte come conseguenza di altro delitto. Il 32enne tunisino, difeso dall'avvocato Andrea Casamassima, è stato scarcerato con ordinanza dal gip. Probabilmente, tornerà al Cpr di Restinco. Il 28enne georgiano, difeso dall'avvocato Valentina Zotti, rimarrà in carcere, sempre in base all'ordinanza.

Di seguito, la ricostruzione di quanto avvenuto nel Cpr di Restinco il 19 dicembre. Ore 12:30, cominciano i disordini, le proteste. Vanno a fuoco alcuni materassi all'interno di un lotto. Forze di polizia, personale di vigilanza e vigili del fuoco domano il rogo. L'autore del gesto è un cittadino gambiano, successivamente denunciato. Circa un'ora dopo, sono le 13:35, all'interno di una delle camerate dello stesso lotto, viene appiccato un nuovo incendio. Questa volta fatale, per il 38enne di origini marocchine. Sul posto, gli agenti della Questura di Brindisi e personale del 118. 

Si leggeva in un comunicato diramato dalla Questura di Brindisi il 20 dicembre: "La visione delle immagini ha consentito agli agenti della Squadra Mobile e al pubblico ministero di turno (Luca Miceli, ndr), immediatamente giunto sul posto, di ricostruire l'esatta dinamica degli eventi e trarre in arresto due extracomunitari, un georgiano e un tunisino, per aver cagionato la morte del cittadino marocchino come conseguenza del reato di danneggiamento della struttura pubblica. Dopo essere stati sottoposti ad interrogatorio dal pubblico ministero i due arrestati venivano associati alla locale casa circondariale".

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