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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Acque Chiare, cala il sipario: prescritta anche la truffa, restano a giudizio in tre

In quel di Acque Chiare tutto (o quasi) è estinto per prescrizione. La lottizzazione abusiva e pure la truffa a carico del notaio Bruno Romano Cafaro e dell'imprenditore Vincenzo Romanazzi. Oggi il giudice monocratico Vittorio Testi, nell'ultima udienza concessa agli imputati per decidere che fare, ha emesso le ultime sentenze di non luogo a procedere

BRINDISI - In quel di Acque Chiare tutto (o quasi) è estinto per prescrizione. La lottizzazione abusiva e pure la truffa a carico del notaio Bruno Romano Cafaro e dell’imprenditore Vincenzo Romanazzi. Oggi il giudice monocratico Vittorio Testi, nell’ultima udienza concessa agli imputati per decidere che fare, ha emesso le ultime sentenze di non luogo a procedere anche per coloro che avevano in seconda battuta revocato la rinuncia ai benefici concessi dall’estinzione del reato. Dei 170 proprietari restano ora solo tre gli imputati nel processo per concorso in lottizzazione abusiva: due sono difesi dall’avvocato Laura Beltrami, l’altro dall’avvocato Antonio Inglese. Torneranno in aula il primo dicembre prossimo, puntando all’assoluzione.

RomanazziPer il resto l’ultimo scampolo, per lo meno in primo grado, del maxi procedimento sul villaggio sequestrato nel maggio del 2008 in località Case Bianche, sulla costa a nord di Brindisi, potrebbe chiudersi così (se il pm, Antonio Costantini, non dovesse ricorrere per Cassazione per impugnare le sentenze odierne). In attesa del pronunciamento della Corte di Cassazione sui ricorsi presentati nell’ambito del giudizio principale, a carico di Vincenzo Romanazzi di Bruno Romano Cafaro, del progettista Severino Orsan e dell’ex capo Utc di Brindisi, Carlo Cioffi, che sarà rilevante principalmente riguardo la confisca del villaggio. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha infatti stabilito in merito a un caso “gemello” che non può esservi confisca in caso di non condanna. Per un’altra situazione analoga è stata sollevata una questione di legittimità costituzionale proprio in merito alla correlazione “non condanna” e “non confisca”. La Consulta si dovrà esprimere, e la Cassazione deve ancora fissare l’udienza per Acque Chiare.

Le speranze di “salvare” il complesso sono quindi riposte nel pronunciamento che verrà da Roma per i proprietari. Oltre che nel Piano urbanistico generale cui dovrà lavorare il Comune, ché se pure dovessero essere restituiti gli immobili agli intestatari la destinazione d’uso resterebbe quella originaria. Stanze d’albergo e non abitazioni, quindi. Dopo la corruzione in tempi andati, dopo la lottizzazione abusiva, anche l’ipotesi di truffa vola via al vento.

Il pm Antonio CostantiniIl processo per truffa, unificato a quello per lottizzazione che coinvolgeva tutti i proprietari (che si ritrovavano ad essere parte civile nello stesso giudizio) ha avuto il via nel maggio 2010, due anni dopo il sequestro, quando il giudice delle indagini preliminari, Alcide Maritati, rigettò la richiesta di archiviazione formulata dal pm Adele Ferraro ordinando la formulazione coatta del capo di imputazione. Romanazzi e Cafaro erano stati denunciati da un cittadino straniero (difeso dall’avvocato Rosario Almiento), a lui si erano aggiunti altri 35 “coinquilini”. Ma poiché la truffa aggravata dall'ingente danno è reato procedibile d’ufficio tutti poterono costituirsi parte civile.

Il tempo è trascorso. E il sipario è (quasi) calato su Acque Chiare. Resta solo un’incognita e la potrà risolvere la Consulta prima e la Cassazione poi decidendo sul nodo confisca. Se si dovesse seguire l’orientamento europeo, così come dovrebbe andare, i beni tornerebbero nella disponibilità di chi li possiede. Con destinazione d’uso non abitativa, ma turistico-ricettiva. A eventuali mutazioni dovrà provvedere il Comune, con il Piano urbanistico generale. Ma siamo ancora in alto mare. 

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