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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Come da Oria la droga arrivava a San Vito Dei Normanni. E l'ombra della 'ndrangheta

I verbali, in parte coperti da omissis, di due collaboratori di giustizia di fronte alla pm della Dda Carmen Ruggiero depositati nell'udienza del procedimento "The Wolf" si concentrano sulla figura di Francesco Turrisi, il rivale del presunto boss Gianluca Lamendola

La droga - specialmente cocaina ed eroina - "partiva" da Oria, alla volta di San Vito Dei Normanni. E ancora: l'ombra della 'ndrangheta, delle famiglie calabresi. In due colloqui di fronte alla sostituta procuratrice della Dda (direzione distrettuale antimafia) di Lecce, Carmen Ruggiero, il collaboratore di giustizia Pierluigi Chionna ha parlato (anche) di questo. Due verbali che riassumono altrettanti colloqui sono stati depositati nella scorsa udienza del procedimento "The Wolf", quando un gran numero di imputati ha richiesto il rito abbreviato. Sono stati depositati altri due verbali del mesagnese Emanuele Guarini. I quattro documenti sono in buona parte coperti da omissis e le dichiarazioni dei collaboratori andranno riscontrate e vagliate, ma in parte rafforzano il quadro probatorio dell'indagine condotta dai carabinieri della compagni di San Vito Dei Normanni e guidata dalla pm Ruggiero.

I colloqui con Emanuele Guarini

I colloqui con Guarini sono avvenuti alla presenza di donne e uomini della squadra mobile di Brindisi e della pm leccese Carmen Ruggiero, sono datati 14 settembre e 15 dicembre 2023. Il 50enne collaboratore di giustizia mesagnese spiega di aver sentito parlare di Pancrazio Carrino, per quanto riguarda il territorio di San Pancrazio Salentino. Carrino è definito "vicino" a Francesco Campana (non coinvolto nel procedimento "The Wolf"). Il 42enne è stato arrestato il 18 luglio 2023 durante il blitz. Deve rispondere di diversi capi d'imputazione, compresa l'associazione per delinquere di stampo mafioso. E' lui l'uomo che ha architettato un piano per uccidere, durante un colloquio, la pm Ruggiero. Il piano è stato sventato dal tenente dei carabinieri Alberto Bruno, promosso nel frattempo al grado di capitano. Lo ha ammesso lo stesso Carrino durante un successivo colloquio con un pm ternano. Ha ammesso anche le minacce alla giudice Maria Francesca Mariano, la gip che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. Chiusa parentesi.

La droga da Oria e un viaggio in Calabria

Di diverso tenore sono i due verbali stilati grazie alle parole di Pierluigi Chionna, collaboratore di giustizia dal luglio scosco. I colloqui si sono svolti il 27 luglio e il 16 novembre 2023, alla presenza di uomini della guardia di finanza e dei carabinieri. L'uomo ha risposto sempre alle domande della pm Ruggiero. Ha parlato dei trascorsi con Francesco Turrisi, altro "nome noto" coinvolto nel blitz "The Wolf" e ritenuto dagl'inquirenti il "rivale" del presunto boss Gianluca Lamendola. La conoscenza tra i due - spiega Chionna - risale al 2014, quando Turrisi era in àuge a San Vito. I due si sarebbero recati in Calabria per consegnare eroina a una terza persona. Da quel momento i rapporti si stringono e lo stupefacente sarebbe stato periodicamente consegnato da Chionna, attivo su Oria, a Turrisi nell'ordine dei 100 grammi, a 35 mila euro circa al chilo. Si parla di cocaina in questo caso. Per la consegna Chionna tira in ballo un altro imputato, Adriano De Iaco, futuro braccio destro del presunto boss Gianluca Lamendola.

L'ombra della 'ndrangheta

Salta all'occhio un altro dettaglio, non da poco: Chionna, per il tramite di Turrisi, sarebbe entrato in contatto con esponenti del clan Pesce, una 'ndrina di Rosarno. Il rapporto tra Chionna e Turrisi si interromperà a causa di una fornitura non pagata da parte del primo nei confronti di un fornitore terzo. A questo punto, vista l'ombra della 'ndrangheta, occorre spiegare che naturalmente queste dichiarazioni andranno vagliate e riscontrate. Occorre anche specificare che in fase di indagine erano emersi dei contatti tra Turrisi e la Calabria. Sempre stando alla ricostruzione degli inquirenti, in occasione del conflitto tra Turrisi e Lamendola, il primo avrebbe progettato, in più occasioni, un agguato ai danni del secondo o di Adriano De Iaco, potendo anche contare su un appoggio esterno, quello di appartenenti alle locali famiglie di 'ndrangheta della provincia di Cosenza.

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