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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

E' ufficiale: le ossa trovate in fondo al pozzo appartenevano a Salvatore Cairo

Depositata la perizia effettuata dalle due perite nominate dalla corte d'assise del tribunale di Brindisi. L'imprenditore attivo nel settore dei casalinghi fu ucciso e fatto a pezzi con una motosega

BRINDISI – Ora non c’è alcun dubbio. Appartengono a Salvatore Cairo i frammenti di ossa che lo scorso 20 dicembre sono stati recuperati in fondo a un pozzo nelle campagne di Brindisi. A certificarlo la perizia dei consulenti nominati dal tribunale di Brindisi: la genetista Giacoma Mongelli e il medico legale Liliana Innamorato. Il corposo atto è stato depositato stamattina (lunedì 8 aprile) ed è a disposizione delle parti. Dopo 24 anni, si può affermare con assoluta certezza che l’imprenditore attivo nel settore dei casalinghi è stato ucciso il 6 maggio 2000 e il suo cadavere è stato successivamente fatto a pezzi con una motosega a scoppio, bruciato e gettato nel pozzo. 

La mattina del 20 dicembre è stato Enrico Morleo a portare la corte d’assise del tribunale di Brindisi presso la masseria abbandonata in cui occultò i resti di Cairo. Enrico è accusato sia dell’omicidio di Salvatore Cario che di quello di Sergio Spada, altro imprenditore attivo nell’ambito dei casalinghi che fu ucciso il 20 novembre 2001. Risponde delle medesime accuse anche il fratello Cosimo Morleo. Stando all’ipotesi accusatoria sostenuta dal pm della Dda di Lece, Milto Stefano De Nozza, Cosimo avrebbe agito nel ruolo di mandante ed Enrico in quello di esecutore materiale. I due imprenditori sarebbero stati uccisi poiché rappresentavano due scomodi concorrenti per la società riconducibile a Cosimo Morleo.

Corte processo omicidi Cairo Spada

L’impresa in questione si trovava nella zona industriale di Brindisi, dove Cosimo Morleo gestiva anche il deposito di legna in cui Enrico ha confessato di aver ritrovato il cadavere insanguinato di Cairo, accanto a un coltello. Enrico ha ammesso di aver sezionato il cadavere, di aver depositato i resti in un barile, di aver caricato il bidone sul cassone di un motocarro Ape e di essersi diretto verso il pozzo in cui si è disfatto del corpo, dopo averlo carbonizzato. L’imputato ha però negato di aver ucciso Cairo e sostiene di non conoscere l’autore del delitto, sollevando il fratello Cosimo da ogni coinvolgimento. I due si professano del tutto estranei rispetto all’omicidio di Sergio Spada. 

Questi, la sera del 19 novembre 2001, fu sequestrato mentre, alla guida della sua auto, si accingeva a varcare il cancello del garage della sua abitazione al rione Casale. Poi fu ucciso con un colpo di pistola alla nuca. Il suo cadavere è stato rinvenuto la mattina successiva presso un’area di servizio dismessa sulla complanare di Brindisi. 

Processo Cairo  - Spada-2

La svolta nelle indagini è arrivata dopo 22 anni, grazie alle rivelazioni di Massimiliano Morleo, fratello di Cosimo ed Enrico, che nel 2021 ha avviato il suo percorso di collaborazione con la giustizia. Fondamentali anche la testimonianza di un ex dipendente dell’azienda di Morleo che assistette alla distruzione del cadavere di Cairo e le intercettazioni ambientali cui è stato sottoposto Enrico Morleo, presso la sua abitazione. 

Da alcuni mesi si sta celebrando il processo a carico di Enrico e Cosimo presso la corte d’assise del tribunale di Brindisi, presieduta dal giudice Maurizio Saso. La prossima udienza è in programma il 16 aprile, quando saranno esaminate le due professioniste che hanno effettuato la perizia. 

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