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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Carovigno

Fermato durante il coprifuoco da Covid: accusato di minaccia a pubblico ufficiale, assolto

Per il tribunale di Brindisi "il fatto non sussiste". Il giudice ha riconosciuto le ingiurie ai carabinieri, ma rivolte solo dopo la contestazione: per la giurisprudenza il giovane non va condannato

CAROVIGNO - Era stato fermato dai carabinieri dopo le 23 perché aveva infranto il coprifuoco imposto durante la pandemia da Covid-19. Era il maggio 2021. Aveva rivolto frasi "pesanti" all'indirizzo dei militari e, per questo, era finito a processo. Alla fine è stato assolto perché "il fatto non sussiste". Il protagonista della vicenda è un 27enne di Carovigno, assistito dall'avvocato Gianmarco Lombardi. La condotta del giovane era stata qualificata dalla Procura di Brindisi come "violenza o minaccia a un pubblico ufficiale". La ricostruzione temporale è però essenziale per comprendere questa vicenda: le frasi offensive sono state davvero pronunciate, ma solo a sanzione amministrativa già comminata. 

Nel dettaglio: è il 24 maggio 2021 e sono passate le 23. A quei tempi il coprifuoco per limitare il diffondersi della pandemia da Covid-19 è ancora in essere. I carabinieri della compagnia di San Vito Dei Normanni presidiano il territorio di competenza. A Carovigno, fermano un giovane, lo perquisiscono - esito negativo -, ma comunque gli devono comminare la sanzione amministrativa. Il 27enne - allora 24enne - non la prende bene e rivolge frasi offensive all'indirizzo dei due militari. Tralasciando gli improperi, va segnalato un "sei hai coraggio togliti la divisa" o un "a me potete solo arrestare per un giorno ma poi vi faccio vedere io chi sono". E infine: "Adesso muovetevi e ridatemi i documenti".

Il 17 ottobre 2022 il giovane viene citato a giudizio e per la procura di Brindisi deve rispondere dell'articolo 336 del codice penale, quello indicato sopra. Il 14 novembre 2024 viene aperto il dibattimento presso il tribunale del capoluogo adriatico. Il 9 aprile 2024 il giudice Leonardo Convertini assolve il giovane: il fatto non sussiste. Il giudice, nelle motivazioni della sentenza, non contesta la ricostruzione dell'episodio fatta dai carabinieri, ma richiama la giurisprudenza, citando anche una sentenza della Cassazione. E in effetti in dibattimento l'avvocato Lombardi ha ricordato che la violenza o la minaccia a pubblico ufficiale si concretizzano quando l'autore vuole costringere loro a compiere un atto contrario ai propri doveri.

E, sentenza alla mano, non è stato questo il caso. Le frasi scomposte del 27enne sono state sì pronunciate, ma solo dopo che i carabinieri avevano già ottemperato ai propri doveri, elevando la sanzione amministrativa a carico del giovane che aveva violato il coprifuoco. Il giudice esclude che il contegno tenuto nell'occasione dal 27enne avrebbe potuto sortire alcun effetto di costrizione nei confronti dei carabinieri, proprio per la sua "irosa e vagheggiante genericità". Insomma, come da giurisprudenza consolidata, manca la concretezza e l'effettività del comportamento, per poter condannare il giovane per minaccia o violenza a pubblico ufficiale: ecco perché "il fatto non sussiste".

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