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Cronaca

"Non vogliamo la chiusura di Ingegneria, vedremo come fare"

"Non vogliamo far venire meno i corsi. Nelle prossime ore si vedrà come fare". L'assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, assicura che si sta cercando una soluzione per evitare la chiusura dei corsi di Ingegneria

BRINDISI – “Non vogliamo far venire meno i corsi. Nelle prossime ore si vedrà come fare”. L’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, assicura che si sta cercando una soluzione per evitare la chiusura dei corsi di Ingegneria dell’Università del Salento ospitati presso la cittadella della ricerca di Brindisi. La redazione di BrindisiReport ha contattato l’assessore al termine di un vertice sulle sorti della facoltà svoltosi nel pomeriggio di oggi (16 maggio) presso la sede della Regione Puglia. A rappresentare l’ente regionale, oltre alla Capone, c’erano anche l’assessore al Lavoro e alla Formazione, Sebastiano Leo, e il direttore del dipartimento Sviluppo economico, Domenico Laforgia. In rappresentanza di Unisalento, invece, c’erano i massimi rappresentati dell’ateneo.

Era stato il presidente del consiglio di Ingegneria-Area industriale dell’università salentina, il professore Alfredo Anglani, ad annunciare la decisione di chiudere il corso triennale di Ingegneria industriale e la specialistica in Ingegneria aerospaziale (entrambi ospitati presso la cittadella), attraverso una nota diramata la scorsa settimana. Da quanto riferito da Anglani, servirebbero almeno 400mila euro per tenere i corsi in vita, dopo il taglio dei fondi per il finanziamento della convenzione universitaria deciso dal commissario prefettizio del comune di Brindisi, Cesare Castelli, nell’ambito del bilancio di previsione 2016 (in precedenza la Provincia, altro soggetto interessato dalla convenzione insieme appunto all’università, si era già defilata).

Ma la Capone rimarca che la soluzione del problema non può non passare dal coinvolgimento di Provincia e Comune. “Si è deciso Loredana Caponesostanzialmente - dichiara l’assessore - di proseguire nel corso”. La Capone precisa che bisognerà attendere “la ricostituzione dell’amministrazione comunale dopo il voto (il riferimento è alle elezioni amministrative in programma il prossimo 5 giugno, ndr) anche per ragionare meglio rispetto agli impegni per un vero e proprio polo didattico”.  “Però nel frattempo - insiste la Capone -si cerca di trovare con l’università le giuste sinergie per continuare il percorso”. Ma come fare a scongiurare nell’immediato il pericolo della chiusura dei corsi? La Capone spiega di “non poter dare dettagli maggiori al momento”. “Il rettore – prosegue l’assessore – deve farsi sentite all’interno dei propri organi”. A detta della Capone, “l’università deve vedere come può fare per continuare sicuramente il corso”.

“Quello che è venuto a mancare non è la Regione – precisa l’assessore - ma il Comune e anche la Provincia. La Regione non mancherà di dare un contributo, ma in un futuro, quando tutte le istituzioni saranno sedute intorno a un tavolo e il comune di Brindisi sarà ricostituito, di fronte ad un progetto organico relativo al polo didattico di Brindisi”. La Regione insomma è pronta a fare la sua parte da un punto di vista economico, ma non subito. “Non è un fatto di bancomat estemporaneo – spiega la Capone - ma di ragionamento collettivo con l’università e le altre istituzioni, anche con la Confindustria, con riferimento al polo didattico integrale. Adesso non vogliamo far venir meno il corso”. “La volontà della Regione – conclude la Regione - si deve concertare con le altre istituzioni”.

Viene da chiedersi, però, se oltre alle ragioni economiche, possano esservi altre dinamiche dietro alla decisione di chiudere la facoltà. A porsi questo interrogativo era stato il professore Paolo Cavaliere, uno dei fondatori della Cittadella della ricerca e professore in pensione di Ingegneria, intervistato la scorsa settimana da BrindisiReport. Ma anche Riccardo Rossi, candidato sindaco alla guida della coalizione BrindisiSmart, solleva una questione analoga. 

Riccardo Rossi, Brindisi Bene Comune“L’Università del Salento ha nello statuto la presenza a Brindisi e Lecce e quindi si deve fare carico della sua presenza a Brindisi. Capisco le difficoltà finanziarie – dichiara a BrindisiReport Riccardo Rossi - ma mi sembra che non si può semplicemente dire: ‘Non ci i pagano il corso e ce ne andiamo'. Anche perché in questi anni quell’università ha beneficiato di assunzioni (parlo di professori e personale tecnico e ammninistrativo), che sono state fatte con i fondi del territorio di Brindisi (Comune e Provincia). E adesso mi sembra indispensabile che questa esperienza vada mantenuta”.

Rossi invita la Regione “a fare il suo compito”. “Lo stesso anche l’Università del Salento”. Fra l’altro in questi giorni l’ateneo ha annunciato di aver raggiunto un accordo con la società Avio Aereo, multinazionale del settore aerospaziale che ha uno stabilimento a Brindisi, per l’apertura di un nuovo indirizzo in “Advanced manufacturing and operations Management” del corso di laurea magistrale in “Management Engineering” della facoltà di Ingegneria.

“Visto che era in ballo questo accordo - afferma ancora Rossi - si poteva pensare di mantenere il corso qui a Brindisi anziché a Lecce, visto che Avio sta a Brindisi. A questo punto mi viene un retropensiero: forse qualcuno non aspettava altro che tornarsene a Lecce, così come è successo per le facoltà Scienze sociali? Mi sembra che Unisalento non abbia molto interesse a starsene qui a Brindisi, anzi sembra che voglia tornare indietro”. “Purtroppo – conclude Rossi - in questo momento non esistono un sindaco, un’amministrazione e un consiglio comunale. Unisalento è l’Università del Salento e con una parte dei fondi deve farsi carico del mantenimento dei corsi a Brindisi, altrimenti sembra prendersi in giro”. 

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