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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Mesagne

Quelle ragazze costrette a prostituirsi vicino ai centri commerciali del Brindisino

Il blitz della squadra mobile di Lecce con 22 arresti: nelle carte le "postazioni di lavoro" sulle complanari. L'associazione per delinquere era dedita allo sfruttamento di giovani donne, giunte in Italia con la promessa di una vita migliore

Le ragazze, costrette a prostituirsi dai membri della presunta associazione, lavoravano anche nei pressi di due centri commerciali del Brindisino. La lettura delle 900 pagine di ordinanza di custodia cautelare che ha portato ai 22 arresti di ieri, martedì 12 marzo 2024, è illuminante per comprendere le dinamiche del sodalizio, il suo modus operandi e la lotta per accaparrarsi le "postazioni di lavoro". Alcune di queste sono nel territorio brindisino, nonostante l'associazione operasse principalmente nella provincia di Lecce. L'indagine, portata avanti dagli agenti della squadra mobile del capoluogo salentino, fa parte di una complessa operazione condotta tra la Bulgaria e l'Italia. E infatti i 30 indagati sono quasi tutti di nazionalità bulgara. Stesso discorso per le vittime. Le ragazze, tutte giovani, venivano reclutate in Bulgaria con la promessa di un posto di lavoro in Italia. Era un inganno: sarebbero state vendute per poche migliaia, talvolta poche centinaia, di euro al sodalizio.

La violenza subita dalle vittime, costrette a vendersi

Nel blitz di ieri 21 persone sono state condotte in carcere, una si trova ai domiciliari. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, riduzione o mantenimento in schiavitù o in servitù, tratta di persone, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, alterazione di stato, estorsione, sequestro di persona, lesioni personali, minaccia e calunnia, con l'aggravante della transnazionalità, per fatti che si sarebbero verificati dal 2021 a oggi tra il Salento e la Bulgaria. Gli episodi di minacce, violenza e coercizione ai danni delle vittime sono molteplici. Alcune sono scene degne di uno snuff movie - quei video in cui le violenze sono reali - e sono state riprese grazie alle telecamere posizionate dagli investigatori. Una volta giunte a Lecce, infatti, le ragazze sarebbero state costrette a prostituirsi: alcune per strada (nel Leccese, ma anche nel Brindisino, vicino ai due centri commerciali sulla Brindisi-Taranto), anche al freddo e nei giorni di festa. Altre si prostituivano in un appartamento.

Vendute e costrette con la violenza a prostituirsi: scattano 22 arresti

Le postazioni vicino ai centri commerciali

Una "postazione di lavoro" su di una complanare è ben visibile. Le indagini della mobile leccese - coordinate dalla sostituta della Dda Giovanna Cannarile e dalle colleghe della procura ordinaria Erika Masetti e Rosaria Petrolo - svelano il retroscena dietro quanto è visto da tutti. Sono tre i capi di imputazione che riguardano il Brindisino (un quarto è stato assorbito in un altro capo) e le "postazioni di lavoro" sono sulle complanari che passano vicino ai centri commerciali "Le Colonne" e "Appia Antica". Una delle indagate - viene ricostruito grazie alle intercettazioni - costringe una giovane a prostituirsi in agro di Mesagne, facendosi corrispondere la somma di 25 euro al giorno. La giovane cambia a volte postazione, generando il disappunto della presunta sfruttatrice, che la richiama all'ordine: "Ma tu ti sposti sempre, non sai dove metterti? Che sta succedendo, spiegamelo così lo posso sapere". A gestire la postazione mesagnese ci avrebbe pensato un altro indagato, che aveva a sua disposizione anche posti a Ugento e Galatina.

Non solo affari con donne acquistate in Bulgaria, c'è anche la vendita di un neonato

Un arresto in flagranza sulla superstada

Le postazioni sono distribuite in base alle esigenze degli sfruttatori. E così accade che vengano registrate frizioni e contese. L'obiettivo è quello di eliminare la concorrenza, ovvero ragazze che offrono ai clienti tariffe più a buon mercato. Gli affari sono pur sempre affari. E pazienza se a lavorare sono delle ragazze ingannate, sfruttate e minacciate. Le postazioni vengono gestite e pagate, per evitare "sovrapposizioni" da parte delle lavoratrici con altre non sottoposte ai diktat della presunta associazione. Nelle pagine dell'ordinanza, firmata dal gip del tribunale di Lecce Antonio gatto, viene rievocato anche un episodio avvenuto in agro di Mesagne: è il 10 marzo 2022, uno degli odierni indagati viene arrestato dai carabinieri sulla statale Brindisi-Taranto, in quanto colto in flagranza. I reati contestati sono il favoreggiamento della prostituzione pluriaggravato e continuato e la fabbricazione e detenzione di documento di identificazione falso, anche questa aggravata. L'uomo è in compagnia di due ragazze, che devono prostituirsi. Anche questo è stato un tassello importante per l'indagine che svelato cosa c'è dietro parte del mercato della prostituzione in Salento.

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