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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

Scu, traffici di droga e geografie criminali nelle parole del collaboratore di giustizia

I primi verbali del 37enne di San Pietro Vernotico, tra nomi "pesanti" e dinamiche già intuite dalla Dda di Lecce. L'accenno: la Sacra Corona dietro le truffe ai bonus edilizi

Le dinamiche criminali della Sacra Corona acquistano una visione diversa, e più completa, quando vengono svelate dall'interno. Due giorni dopo il Natale trascorso, casa circondariale di Taranto. Da una parte c'è il sostituto procuratore della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, assistita dal vice questore Giorgio Grasso (a capo della squadra mobile di Brindisi) e da un sostituto commissario. Dall'altra, un 37enne di San Pietro Vernotico. Si chiama Cesare Sorio, ma è conosciuto come "Alberto". E' in carcere da meno di un mese: il 12 dicembre è stato arrestato durante un blitz dagli agenti della polizia, le cui indagini hanno svelato un traffico di droga all'ombra della Scu, tra la parte meridionale della provincia di Brindisi e quella settentrionale del territorio leccese. Il gip Sergio Tosi ha riconosciuto in parte la bontà dell'impianto degli inquirenti, ma ha escluso il 416 bis, l'associazione per delinquere di stampo mafioso.

Davanti al Riesame, la pm Ruggiero intende dimostrare il contrario. Proprio per questo produce dei verbali di dichiarazioni di un nuovo collaboratore di giustizia, proprio quel Sorio che giorni prima le stava seduto davanti. La "carta" giocata dall'inquirente sortisce il proprio effetto: il Riesame condivide le tesi e l'esistenza, in questa indagine, del 416 bis, che viene riconosciuto nei confronti di quattro indagati: Fabrizio Annis (43enne di San Pietro), Salvatore Perrone (58enne di Trepuzzi), Carlo Coviello (47enne nato in Germania e residente a Trepuzzi) e Cristian Lazzari (41enne nato a Campi Salentina e residente a Trepuzzi). In due colloqui, "Alberto" Sorio inizia a svelare dinamiche, nomi e geografie della Scu che conosce. E riconosce che gli inquirenti ci hanno visto lungo. Dal momento in cui ha scelto di collaborare con la giustizia, ha 180 giorni per raccontare quello che ha vissuto e quello che conosce. Le sue parole possono confermare quanto già scoperto dagli inquirenti, ma può raccontare anche fatti nuovi, ovviamente, fatti che andranno in seguito riscontrati per verificarne anche l'attendibilità.

Intanto, i verbali contano 14 pagine. E diversi nomi, anche "pesanti", oltre naturalmente a qualche omissis che tutela il segreto di indagini in corso. Sorio, che aveva inviato in precedenza una missima agli inquirenti, il 27 dicembre mette a verbale: "Intendo collaborare con la giustizia e rendere dichiarazioni in merito al gruppo mafioso relativo all'indagine per la quale sono stato tratto in arresto. Ammetto i fatti che mi sono contestati nell'ordinanza di custodia cautelare, io sono uomo di fiducia di Fabrizio e Gimmi Annis per i quali detenevo la cassa comune e mi occupavo del traffico di stupefacenti per loro conto". Sorio riferisce di poter raccontare dei traffici di droga svolti presumibilmente da alcuni indagati e da altre persone. E ancora: "Posso riferire dei rapporti con gruppi criminali operanti a Oria, Erchie, Brindisi, San Donaci, Cellino San Marco, Trepuzzi e San Pietro". Le dichiarazioni fornite al momento da Sorio in questi verbali riguardano il territorio brindisino, ma "sconfinano" anche nel Leccese. Sorio parla di armi acquistate presso un campo sosta nel Leccese, per esempio.

E infatti, come si vedrà più nel dettaglio in un articolo successivo, Sorio sciorina nomi e fatti di cui è a conoscenza. I nomi sono quelli degli indagati dell'indagine che ha condotto al blitz tra San Pietro Vernotico e Trepuzzi, ma anche quelli di personaggi ritenuti di spicco all'interno delle dinamiche della Scu e non indagati per questi fatti: Giovanni Donatiello e i fratelli Bruno, per fare qualche esempio. Un passaggio riguarda la presunta "mano" della Scu sugli affari dei bonus edilizi: "Poi Fabrizio Annis è tornato in libertà [e] ha assunto il controllo di San Pietro Vernotico con riferimento al mercato degli stupefacenti e anche nel settore dei rimborsi del 110". E' notizia di pochi giorni fa di un'indagine delle fiamme gialle di San Pietro e della Procura di Brindisi che vede sei persone iscritte nel registro degli indagati e quattro milioni di euro sequestrati. L'inchiesta verte proprio sui crediti di imposta nel settore edilizio.

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