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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Tentato omicidio "targato" Scu: un caso svelato "quasi in diretta"

L'udienza relativa a un episodio avvenuto a San Vito Dei Normanni il 17 giugno 2022: le indagini lampo dei carabinieri accelerate grazie alle intercettazioni già in corso

BRINDISI - Per assicurare alla giustizia i presunti responsabili di un tentato omicidio, avvenuto a San Vito Dei Normanni il 17 giugno 2022, gli investigatori in fase di indagine hanno sfruttato le intercettazioni già in essere a carico degli allora indagati. In questo modo, in meno di 48 ore, i carabinieri hanno fermato i presunti responsabili. Insieme ad attività d'indagini tradizionali, hanno praticamente ricostruito il tentativo di omicidio "quasi in diretta". La ricostruzione - per la verità già nota alle cronache - è stata cristallizzata questa mattina (mercoledì 14 febbraio 2024) nell'aula Metrangolo del Tribunale di Brindisi. 

Gli imputati in questo procedimento sono quattro e sono tutti di San Vito: Adriano De Iaco (34 anni), Giovanni Nigro (55 anni), Francesco Ciciriello (43 anni) e Roberto Calò (41 anni). I primi tre devono rispondere del reato di tentato omicidio, con l'aggravante del 416 bis (l'associazione per delinquere di stampo mafioso). Tutti e quattro sono imputati invece per un secondo episodio, precedente e risalente al 29 maggio 2022: avrebbero inseguito lo stesso uomo parte offesa nel tentato omicidio per le vie della città, impugnando un bastone, per malmenarlo. Poco dopo le 11:30, la corte (presidente: Maurizio Saso; a latere: Leonardo Convertini e Ambrogio Colombo) ha fatto il suo ingresso in aula. Seduti ai propri posti, la pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, e il collegio difensivo, composto dagli avvocati Andrea D'Agostino, Cinzia Cavallo e Giacomo Serio.

Oggi è proseguito l'esame dei testimoni. Dapprima, è stato ascoltato il perito che si è occupato della trascrizione delle intercettazioni, ambientali e telefoniche. Ha spiegato che in alcuni casi i termini sono risultati incomprensibili per la qualità dell'audio. Ma "in alcuni casi", perché di fatto le intercettazioni hanno fatto il "proprio dovere". Il presidente Saso ha acquisito ufficialmente agli atti del procedimento la perizia trascrittiva. Poi la parola è toccata a un carabiniere che per anni ha conosciuto e indagato nel territorio brindisino: il maggiore Rolando Giusti, attualmente a capo della compagnia di Potenza. All'epoca dei fatti, guidava il nucleo investigativo brindisino. Il maggiore Giusti ricorda come nei giorni in cui si è consumato il tentativo di omicidio, i militari erano alle prese con un'indagine delicata, che sfocerà nell'operazione "The Wolf", condotta dai colleghi della compagnia di San Vito. Quindi tenevano sott'occhio - anzi, sotto orecchio sarebbe più corretto, se non risultasse cacofonico - tre persone in particolare.

Si tratta di Gianluca e Cosimo Lamendola (non coinvolti nel presente procedimento) e Adriano De Iaco. L'attività di captazione andava avanti da diversi mesi all'epoca. E così, dopo essere giunti sul luogo del tentato omicidio ai danni di un sorvegliato speciale, le conversazioni in diretta avevano confermato - sono state definite "chiare" - ai militari il quadro della situazione. Così Nigro era stato fermato mentre si trovava a San Vito Dei Normanni, mentre De Iaco è stato sorpreso presso l'abitazione del presunto boss del clan Lamendola-Cantanna (ritenuto organico alla Scu), il giovane Gianluca, in una masseria di contrada Mascava, agro di Brindisi. Al momento del fermo Lamendola junior era presente, nel giro di poco arriverà anche il padre Cosimo. Poi il maggiore ha spiegato anche del ritrovamento di un'ogiva nei pressi dell'abitazione della vittima. Infine, è stato ascoltato un altro carabiniere che ha partecipato alle indagini, il luogotenente Antonio Castellano. Il militare ha spiegato in aula come venivano associate le varie voci ai personaggi coinvolti nelle due inchieste.

Nella prossima udienza, fissata per il 27 marzo 2024, saranno ascoltati altri testi della pm Ruggiero.

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