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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

Droga e Scu non solo nel Brindisino: le prime dichiarazioni del collaboratore di giustizia

Il 37enne di San Pietro Vernotico conferma quanto emerso dalle indagini che a dicembre hanno portato al blitz della polizia e aggiunge nuovi dettagli e fa diversi nomi. Niente più riti di affiliazione

SAN PIETRO VERNOTICO - La lista dei nomi - e dei relativi, coloriti, soprannomi - e delle "aree di influenza" della Scu a cavallo tra Brindisino e Leccese non desta stupore. Ma, in compenso, le parole del novello collaboratore di giustizia Cesare "Alberto" Sorio (37enne di San Pietro Vernotico) confermano quanto già appurato dalla polizia e dal sostituto procuratore della Dda di Lecce Carmen Ruggiero in fase di indagine. Quella stessa indagine della squadra mobile di Brindisi che ha portato al blitz del 12 dicembre 2023, condito da 14 arresti. La lista di "Alberto" non desta stupore perché la maggior parte dei nomi "in chiaro" (al netto quindi dei più che comprensibili omissis) sono noti agli inquirenti. Alcuni compaiono proprio nell'indagine che ha svelato un presunto traffico di droga a cavallo delle due province. Altri no, ma sono nomi "importanti" quando si parla di Sacra Corona.

Una "carriera" all'ombra della Scu

Sorio spiega di essere entrato nel mondo della droga nel 2013, operando come pusher per conto di un uomo di Squinzano, già noto alle cronache. Poi, dopo un breve periodo di carcerazione, Sorio entra in contatto e in contrasto con Lucio Annis. E' il 2014, stando alle sue parole, quando nei pressi di un bar Lucio Annis schiaffeggia Sorio, "colpevole" di aver acquistato droga da un altro fornitore. Sorio dice di non conoscere i fratelli Di Gioia, "ma so che gestivano un fiorente traffico di stupefacenti" a Tuturano e in altre zone del Brindisino (in effetti, come raccontato qui, è in corso un processo in cui i fratelli Di Gioia risultano imputati). Poi, l'anno successivo, Sorio avrebbe incontrato Gimmi Annis, "arruolandosi" nella sua squadra. Secondo Sorio è Lucio Annis il capozona della Scu a San Pietro, a sua volta affiliato a "lu neru". Si sta parlando evidentemente del mesagnese Antonio Vitale, che oggi ha 55 anni.

Niente riti di affiliazione a San Pietro

"Fabrizio e Gimmi Annis non sono soliti fare riti di affiliazione ma hanno sotto di loro diverse persone come me che eseguivano le loro direttive in ordine alla gestione del traffico di stupefacenti". Poi, dopo queste frasi, Sorio racconta le dinamiche di un tentato omicidio avvenuto a San Pietro, per il quale una persona è già stata condannata in primo grado. Per quanto riguarda San Pietro, l'assetto di queste dinamiche sarebbe "variabile". Sorio fa il nome (omissato) di una persona affiliata ad "Aiace", al secolo Giuseppe Giordano, di 53 anni. Chi è fuori dal carcere non deve dimenticare di prendersi cura, economicamente, di chi è recluso. E così, spiega Sorio, Fabrizio Annis si sarebbe premurato del mantenimento dello stesso "Aiace" e di quello di "Puffo", ovvero il 44enne Raffaele Renna. 

I verbali portati davanti al Riesame

Questi primi verbali firmati dal nuovo collaboratore di giustizia (dal 2001 la legge impone 180 giorni per dichiarare quanto conosce) riguardano due colloqui avvenuti nella casa circondariale di Taranto, uno il 27 dicembre 2023, l'altro il 19 gennaio 2024. La collaborazione diventerà di pubblico dominio pochi giorni appresso, quando la Dda di Lecce depositerà in sede di Riesame i due verbali. Il gip che ha firmato l'ordinanza, Sergio Tosi, ha riconosciuto gli elementi relativi al traffico di droga, ma ha escluso la sussistenza del 416 bis, l'associazione per delinquere di stampo mafioso. In sede di Riesame, questa fattispecie viene riconosciuta invece per quanto riguarda quattro indagati: Fabrizio Annis (43enne di San Pietro), Salvatore Perrone (58enne di Trepuzzi), Carlo Coviello (47enne nato in Germania e residente a Trepuzzi) e Cristian Lazzari (41enne nato a Campi Salentina e residente a Trepuzzi). 

I costi imposti: 60 euro al grammo per la coca

Tornando alle dichiarazioni di Sorio, dalle sue parole emerge il controllo del territorio da parte dei fratelli Annis, capaci di generare timore in città. Si parla di spedizioni punitive, pestaggi e gambizzazioni: tutto per imporre la propria droga e la propria supremazia sul territorio. Fabrizio e Gimmi Annis avrebbero dunque avuto il controllo dei giri di droga, ma avrebbero tollerato la presenza in questi traffici, seppur circoscritti, di Franco Perrone, alias "Francu lu sbirru", sanpietrano di 73 anni. Un breve inciso: le dichiarazioni di Sorio possono confermare elementi già in possesso degli inquirenti o possono fornire nuovi spunti investigativi. Le sue parole saranno vagliate e riscontrate, per questo i condizionali sono d'obbligo. Chiusa parentesi. Tornando alla droga, i fratelli Annis erano quasi monopolisti nel mercato della cocaina: dice sempre Sorio che avevano imposto il prezzo di 60 euro al grammo.

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