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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Francavilla Fontana

Omicidio di Paolo Stasi, la "partita" sulla premeditazione e il "ruolo" del portone

Si è celebrata davanti alla corte d'assise del tribunale di Brindisi l'udienza del processo relativo al delitto consumato il 9 novembre 2022 a Francavilla Fontana. Il medico legale Raffaele Giorgetti, che ha eseguito l'autopsia sul corpo del 19enne, ha risposto alle domande in aula

BRINDISI - Se nell'udienza del 27 febbraio scorso erano stati ricostruiti i minuti che hanno preceduto l'omicidio di Paolo Stasi, in quella di oggi (martedì 9 aprile 2024), il medico legale Raffaele Giorgetti si è dedicato alla ricostruzione di pochi istanti, quelli fatali per il 19enne ucciso il 9 novembre 2022 in via Occhi Bianchi, a Francavilla Fontana. Il processo che si sta celebrando davanti alla corte d'assise del tribunale di Brindisi (presidente: Maurizio Saso; a latere: Adriano Zullo) non riguarda solo il delitto, ma anche altri presunti reati in materia di droga. Era presente in aula, oltre al pm Giuseppe De Nozza, l'imputato Cristian Candita (22enne di Francavilla Fontana), accusato di aver guidato l'auto con a bordo il presunto killer del ragazzo. Era seduto accanto al suo difensore, l'avvocato Maurizio Campanino. Erano presenti i genitori del ragazzo, rappresentati in aula dall'avvocato Domenico Attanasi. La madre, la 54enne Annunziata D'Errico, nella veste anche di imputata per reati in materia di droga, assistita dall'avvocato Francesco Monopoli. 

Il pm Giuseppe De Nozza durante l'udienza del 9 aprile 2024, processo omicidio Stasi

Due processi paralleli sullo stesso episodio

Nelle prime battute dell'udienza di oggi, si è registrato l'ingresso nel collegio difensivo dell'avvocato Luca Mangia, che assiste l'imputato Cosimo Candita (francavillese di 41 anni), non coinvolto nell'omicidio. Era assente il 19enne L.B. (era minorenne all'epoca dei fatti, dunque vengono riportate solo le iniziali. E' difeso dall'avvocato Maurizio Campanino) L.B. ha ammesso di aver materialmente sparato a Paolo Stasi quel 9 novembre 2022, ma senza alcuna premeditazione. Stasi sarebbe stato ucciso nell'ambito di un contesto di spaccio di droga. La vittima 19enne avrebbe custodito marijuana in casa per conto di un'altra persona. Avrebbe accumulato, nei confronti di L.B., un debito per una somma complessiva pari a circa 5 mila euro. Per quanto riguarda L.B. e le accuse di omicidio, il 19enne sarà giudicato dal tribunale dei minori di Lecce, con rito abbreviato. La prossima udienza si terrà il 9 maggio prossimo.

Paolo Stasi-2

Due colpi, dei quali uno fatale

Oggi sono stati ascoltati quattro consulenti. Le dottoresse Nunzia Vacca e Giacoma Mongelli si sono occupate della droga trovata nella busta verde portata sopra casa dal padre di Stasi subito dopo il delitto. Il contrammiraglio Alessandro Biagini si è occupato invece di una pistola, ma non si tratta dell'arma che ha sparato i colpi che hanno ucciso il 19enne. La "partita" più importante si è giocata intorno all'ascolto del medico legale che ha eseguito l'autopsia, il dottor Raffaele Giorgetti (Università delle Marche). Il professionista ha utilizzato le immagine scattate sul cadavere per illustrare alle parti e alla corte i risultati dell'esame. Due sono i colpi di pistola che hanno raggiunto Stasi. Il primo proiettile è stato quello fatale: entrato dall'alto sull'emitorace sinistro, nel suo percorso ha gravemente danneggiato entrambi i polmoni e il cuore. Il secondo, meno frontale, è entrato e uscito senza gravi conseguenze, ma purtroppo il più era fatto. Data la "crudezza" delle immagini mostrate, il giudice Saso ha chiesto se i genitori del ragazzo volessero evitare di visionarle, uscendo dall'aula. Hanno accettato.

Il collegio difensivo durante l'udienza del 9 aprile 2024, processo omicidio Stasi

Due ricostruzioni divergenti

Se per il dottor Giorgetti i danni del primo colpo, l'altezza da cui è partito sono ricostruibili con certezza scientifica, lo stesso non si può dire di parte della dinamica: si entra nel campo della probabilità. Per il pm Giuseppe De Nozza è plausibile che Stasi, attinto dal primo colpo che lo ha "gelato" (termine usato dal medico legale), abbia ruotato su se stesso per l'impatto e chiuso il portone dell'abitazione. Non è così per l'avvocato Campanino. L.B. ha precisato di aver sparato dopo che Stasi, vista l'arma, ha tentato di chiudere il portone, che non si è chiuso perché L.B. avrebbe infilato la canna della pistola da cui sono partiti entrambi i colpi. Ergo, per l'avvocato Campanino viene meno l'aggravante della premeditazione: non è possibile che Stasi "gelato" dal primo colpo fatale abbia avuto tempo e modo di chiudere il portone alle sue spalle. La tesi della premeditazione, fra l'altro, secondo l'accusa è suffragata anche da un sopralluogo in scooter che i due imputati avrebbero effettuato quattro giorni prima del delitto, nei pressi dell'abitazione della vittima. 

Ma, per l'avvocato Campanino, i due colpi sono stati sparati "a caso", vista la distanza. L.B. avrebbe sparato in preda a una reazione emotiva in seguito a un'azione inaspettata. Rispondendo alle domande del presidente Saso, il medico legale ha specificato che normalmente, in casi come questi, la morte è praticamente istantanea. Nonostante i toni pacati, questa è una "partita" importante: le due ricostruzioni - quella del pm De Nozza e dell'avvocato Campanino - non sono compatibili.

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