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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Operazione "The Wolf": Gianluca Lamendola martedì davanti al gip

Il presunto boss è stato preso all'alba di sabato 18 novembre in Emilia Romagna. Era stato dichiarato latitante. E' il personaggio di spicco dell'inchiesta dei carabinieri

La sua latitanza è stata breve: sabato scorso il 34enne Gianluca Lamendola è stato individuato a Corregio (Reggio Emilia) dai carabinieri. E' ritenuto il boss del sodalizio Lamendola-Cantanna (area Sacra Corona), attivo a San Vito Dei Normanni e in altre città limitrofe. Personaggio di spicco, descritto nell'ordinanza di custodia cautelare a suo carico come un giovane di fatto già affermato nel contesto criminale che è riuscito a imporre la propria leadership incontrastata. Domani, martedì 21 novembre 2023, comparirà davanti al gip Andrea Rat del Tribunale di Reggio Emilia per l'interrogatorio di garanzia. Lamendola è assistito dagli avvocati Andrea D'Agostino e Gianvito Lillo, entrambi del foro di Brindisi.

Un passo indietro. Martedì 18 luglio 2023 vengono emesse 22 ordinanze di custodia cautelare da parte del gip del Tribunale di Lecce Maria Francesca Mariano. E' l'operazione "The Wolf", che spiega l'ascesa e il controllo del presunto sodalizio. L'inchiesta, che è stata condotta dai carabinieri della compagnia di San Vito Dei Normanni, guidati dal capitano Vito Sacchi e dal tenente Alberto Bruno (adesso opera a Matera) - coordinati dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero - viene definita "dettagliatissima e assai curata in ogni particolare". L'indagine cristallizza le attività del presunto sodalizio mafioso, dal luglio 2020 fino a quasi tutto il 2022. Buona parte dell'inchiesta si concentra sul presunto boss del clan, Gianluca Lamendola, e sul suo "metodo di lavoro", basato su violenza - ragionata, ma pur sempre violenza - e intimidazione.

Sempre nell'ordinanza, il gip spiega con linguaggio chiaro e diretto: "I pestaggi, le estorsioni, i tentati omicidi, in 44 imputazioni che comprendono i reati di maggior disvalore penale del codice (escluso l'omicidio) sono tutti comportamenti espressione di una forza di intimidazione che aveva piegato il territorio sanvitese al volere dei Lamendola". Investigatori e inquirenti hanno ricostruito, tra l'altro, la lotta tra il presunto sodalizio e Francesco Turrisi e i suoi uomini. Il conflitto è aspro, Turrisi è in difficoltà, medita il contrattacco, ma viene riportato a più miti consigli. Dopotutto il nome di Lamendola ormai fa paura. Alla fine, dal punto di vista del contesto criminale, Turrisi viene messo da parte.

Un'altra guerra, però, il clan la perde: quella contro i carabinieri di San Vito. Nelle intercettazioni alcuni indagati parlano di "Lupo". Il predatore per antonomasia è proprio il nome di battaglia, ai tempi della sua militanza presso il Ros, del tenente Alberto Bruno. Gianluca Lamendola sembra non darsi troppo pensiero dei rivali in contesti malavitosi, ma si preoccupa solo degli uomini della Benemerita. Non a caso, parlando con il suo braccio destro Adriano De Iaco, riferendosi al tenente di stanza a San Vito dice che "ha la guerra in testa", vuole cioè fare di tutto per fermare gli affari del sodalizio. Da qui, il nome dato all'operazione: "The Wolf".

Gli indagati devono rispondere, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, tentato omicidio, detenzione e porto illegale di armi da fuoco e da guerra, violenza privata, lesioni personali, estorsione, ricettazione, danneggiamento seguito da incendio e autoriciclaggio, tutti aggravati dal metodo mafioso, produzione, coltivazione, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e violazione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Le "zone di competenza" del clan sono Brindisi, San Vito Dei Normanni, Latiano, Fasano, San Pancrazio Salentino, Carovigno e San Michele Salentino.

La cattura di Gianluca Lamendola ha ricevuto il plauso di Cataldo Demitri, segretario generale regionale Puglia del Nuovo Sindacato Carabinieri: "Occorre essere riconoscenti ai tanti uomini e donne che ogni giorno con dedizione, senso del dovere e sprezzo del pericolo, scendono in strada per garantire la sicurezza dei cittadini. Alla luce dell’arresto del superlatitante Gianluca Lamendola, affiliato allo Scu, il nostro plauso va ai carabinieri di Brindisi e di San Vito Dei Normanni per la eccellente attività investigativa che ha assicurato Lamendola alla giustizia". 

Anche Mauro D'Attis, deputato brindisino di Forza Italia e vice presidente della Commissione Antimafia, si complimenta con l'Arma: "Con l'arresto di sabato scorso dell'unico indagato ancora irreperibile, si chiude il cerchio dell’operazione 'The wolf', condotta con successo dai carabinieri del Norm della compagnia di San Vito Dei Normanni. L'arresto del presunto boss Gianluca Lamendola è la conclusione di una fitta attività investigativa. Sono punti a favore dello Stato che mai come in questo periodo ha conquistato celermente così tanti e importanti risultati nella lotta contro la criminalità organizzata. C'è da essere fieri della squadra-Stato e occorre continuare con la stessa determinazione nella battaglia per la legalità. Congratulazioni ai magistrati e ai nostri carabinieri".

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