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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Oria

Droga e tentata estorsione: Fabrizio Russo compare davanti al gip

L'interrogatorio di garanzia del presunto reggente della Sacra Corona a Oria. L'arresto avvenuto all'alba del 6 dicembre scorso ha posto fine alla sua latitanza

Ha scelto il silenzio, Fabrizio Russo. il 46enne residente a Oria, ma nato a Monopoli, è comparso questa mattina (giovedì 7 dicembre 2023) davanti al gip del Tribunale di Lecce, Silvia Saracino, per l'interrogatorio di garanzia. L'uomo, dichiarato latitante nel 2022, è stato arrestato il 6 dicembre scorso nella sua abitazione, situata nella Città Federiciana. Per la Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Lecce è il referente oritano della Sacra Corona, legato al clan dei "mesagnesi". Nel gennaio 2022 la guardia di finanza notificò diverse ordinanze di custodia cautelare in merito a un presunto traffico di droga incentrato proprio a Oria. Russo, uno dei destinatari, risultava già irreperibile. Era l'operazione "Tackle", coordinata dalla pm della Dda Giovanna Cannarile.

Russo, come detto, assistito dall'avvocato Pasquale Annicchiarico, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per quanto riguarda il presunto traffico di droga, la sua posizione era stata "congelata" in virtù della riforma Cartabia. Per il gup del Tribunale di Lecce non era provato che Russo fosse a conoscenza dell'ordinanza di custodia cautelare, né del procedimento in corso, dato che era irreperibile già da tempo. L'inchiesta riguardava un presunto traffico di stupefacenti, perlopiù cocaina ed eroina. La droga dall'Olanda e dalla Turchia transitava, attraverso autobus e camion, a Oria per poi venire smistata in tutta la Puglia e in provincia di Reggio Calabria.

Alcuni degli indagati, diventati nel frattempo imputati, avevano optato per il rito abbreviato. Il 18 gennaio 2023 il gup del Tribunale di Lecce aveva letto in aula la sentenza relativa: erano state condannate 13 persone, una era stata assolta. Le pene arrivavano fino a 18 anni di reclusione. Russo deve tuttora rispondere di alcuni capi di imputazione relativi a presunti episodi legati al traffico di droga e a una tentata estorsione, aggravata dal metodo mafioso. Come detto, gli inquirenti reputano l'oritano reggente della Scu a Oria, legato ai "mesagnesi", in particolare a Giovanni "cinque lire" Donatiello. La vittima del tentativo di estorsione è stata individuata in Pierluigi Chionna (condannato in abbreviato sempre in questo processo e divenuto, intanto, collaboratore di giustizia). La richiesta: versare nelle casse del presunto sodalizio la "spartenza", fino a 60 mila euro, proventi del traffico di droga oggetto dell'inchiesta.

Russo è colui che avrebbe materialmente minacciato Chionna, insieme ad altri soggetti, pistola in pugno. C'è da specificare che per il gip la presenza dell'arma non è provata. Per questi fatti, Giovanni Donatiello è stato condannato a cinque anni di reclusione - rito abbreviato - con una sentenza del Tribunale di Brindisi risalente al settembre scorso. Tornando a Fabrizio Russo, come già indicato, la sua posizione processuale era "congelata" in virtù della riforma Cartabia. Ma dopo l'arresto del 6 dicembre, la sua situazione è stata "sbloccata".

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