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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca San Vito dei Normanni

Operazione "The Wolf": rintracciato e arrestato anche Lamendola senior

I carabinieri di San Vito Dei Normanni stringono il cerchio attorno al clan. In tre erano sfuggiti al blitz del 18 luglio. Rosario Cantanna è stato preso in Germania, adesso manca solo il presunto boss

SAN VITO DEI NORMANNI - Operazione "The Wolf", Lamendola senior è stato arrestato. Erano rimasti in tre irreperibili dopo il blitz del 18 luglio. Tre giorni fa è stato rintracciato il 49enne mesagnese Rosario Cantanna. Non è bastato fuggire in Germania. Ieri è toccato a Cosimo Lamendola (51 anni, nato a Latiano, residente a Brindisi), irreperibile insieme al figlio Gianluca, il 34enne presunto boss del clan Lamendola-Cantanna, della Scu. Ora all'appelo manca solo lui, le ricerche dei carabinieri continuano. La notizia dell'arresto di Lamendola senior è stata diffusa oggi, martedì 26 settembre. I militari della compagnia di San Vito Dei Normanni, guidati dal capitano Vito Sacchi e dal tenente Alberto Bruno, hanno fatto centro. Intorno alle 13 di lunedì 25 settembre i carabinieri del Nor hanno fatto irruzione in un trullo, al confine tra i comuni di Cisternino e Ostuni. Fine corsa per Cosimo Lamendola.

Arrestata anche una donna

L'uomo non era solo: insieme a lui è stata arrestata anche una donna di 34 anni, di origine rumena e residente a Ceglie Messapica. I due sono stati sorpresi dai carabinieri, come detto, a ora di pranzo. Tanto che le pentole erano sul fuoco. Non hanno fatto in tempo a consumare il pasto. All'interno del trullo sono stati rinvenuti non solo gli effetti personali della coppia, ma anche cinque parrucche con differenti pettinature e tinte. Lamendola senior pensava servissero anche quelle a sfuggire alla cattura. C'erano inoltre alcune fototessere che ritraevano Lamendola con le parrucche. La donna dovrà rispondere di favoreggiamento aggravato dal metodo mafioso. E' stata condotta in carcere a Lecce. L'attività investigativa continua: gli uomini del capitano Sacchi e del tenente Bruno sono sì "a caccia" di Gianluca Lamendola, ma sono in corso accertamenti per stabilire la responsabilità del proprietario dell'immobile e di eventuali intermediari. 

Immagine diffusa dai carabinieri

Il clan fermato dai carabinieri

Non è servito un trullo sperduto nelle campagne. Che i carabinieri di San Vito e la Direzione distrettuale antimafia di Lecce impegnassero uomini e mezzi per chiudere il cerchio attorno al clan della Scu, era assodato. Il presunto sodalizio è ritenuto non tanto in ascesa, quanto una realtà ben consolidata nel panorama della criminalità organizzata brindisina. Inquadrati nella frangia mesagnese della Scu, gli appartenenti al clan facevano ricorso alla violenza, seppur ragionata, dunque ancora - se possibile - più pericolosa. Le accuse mosse a boss e sodali sono un compendio delle attività illecite tipiche di una consorteria criminale. Si spazia da reati in materia di droga ai tentati omicidi, passando anche per la violenza privata. In alcuni episodi ricostruiti dai carabinieri, gli appartenti al clan "marchiavano" gli avversari incidendo la spalla. Un "memento" difficile da dimenticare. Tornando a Cosimo Lamendola, per gli investigatori, gestiva la base operativa del clan - la masseria di contrada Mascava - quale nascondiglio dello stupefacente e delle armi, vigilandola costantemente anche mediante ronde notturne. 

I complimenti della Commissione antimafia

Poco dopo la divulgazione della notizia dell'arresto di Lamendola senior, anche la Commissione antimafia, con una nota a firma del vice presidente Mauro D'Attis, si complimenta con i carabinieri della compagnia di San Vito Dei Normanni: ""Ieri abbiamo ringraziato la compagnia dei carabinieri di San Vito Dei Normanni e proprio oggi, gli stessi agenti assieme al Norm (Nucleo Operativo Radiomobile) e alle Api (aliquote di pronto intervento), hanno portato a segno un colpo importantissimo a favore dello Stato contro la criminalità organizzata: è stato assicurato alla giustizia Cosimo Lamendola, nascosto in un trullo tra Cisternino e Ostuni. Era ricercato dall'alba del 18 luglio, quando era stata effettuata l'operazione 'The Wolf'. Ai magistrati, in primis al pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, alle forze dell'ordine e a tutti i protagonisti dell'operazione, anche a nome del presidente della commissione, Chiara Colosimo, va il nostro ringraziamento più sentito: con il loro impegno testimoniano la presenza dello Stato contro la criminalità organizzata".

Articolo aggiornato alle 13:50 (dichiarazioni di D'Attis)

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