Confermati i tre ergastoli per Giuseppe Tedesco (Capu ti bomba) Pasquale Orlando (Yo-Yo) e per Daniele Giglio, annullata con rinvio la sentenza di condanna a 27 anni per Vito Di Emidio, detto Bullone, pentito e reo confesso, "alleggerito" dei reati compiuti in materia di armi
La Corte d'Assise non è competente a giudicare chi risponde soltanto di lesioni gravi": è quanto è stato deciso con ordinanza nella prima udienza del processo con rito ordinario, strada scelta da sei imputati, per i delitti Scu che erano rimasti irrisolti dagli anni Novanta ai giorni nostri
Carcere a vita, nonostante lo sconto di pena previsto dal rito, per cinque presunti esponenti Scu., pene fino a 12 anni per gli altri. E’ il conto presentato dall’accusa a 15 dei 22 “affiliati” alla Sacra corona unita che avrebbero compiuto a vario titolo 4 omicidi e 6 ferimenti dal 1998 al 2010.
Omicidi e ferimenti in chiave Scu: tutti a processo i 22 imputati per cui il pm della Dda Alberto Santacatterina aveva chiesto il rinvio a giudizio. Oggi si è celebrata a Lecce l'udienza preliminare davanti al gup Antonia Martalò.
L’unico famigliare delle vittime della furia omicida della Scu a costituirsi parte civile, nel corso dell’udienza preliminare celebrata oggi, è un pentito oltre che un ex killer: si tratta di Massimo D’Amico, alias Uomo tigre. Un imputato assente per motivi di studio: ha sostenuto oggi l'esame di Sociologia della devianza.
Allarme prescrizione: ebbene sì, anche uno dei più importanti processi alla Scu, quello nato dalle autoaccuse con chiamata in correità di "Bullone" al secolo, Vito Di Emidio, è (parzialmente) a rischio.
E' l'inchiesta che ha fatto emergere verità scottanti riguardo ai nuovi equilibri criminali della Scu Brindisina. L'indagine che ha svelato anche qualche dettaglio utile, ancora coperto da omissis, riguardo a un omicidio compiuto a San Michele Salentino.
Chiusa e impacchettata, pronta per transitare in aula dinanzi alla Corte d'Assise o al gup in caso di riti alternativi, secondo la Dda di Lecce, l'inchiesta sugli omicidi in chiave Sacra corona unita su cui hanno fatto luce le recenti collaborazioni.
LECCE - Il tempo passa e produce effetti sulle sentenze anche gli appartenenti alla criminalità più agguerrita: restano le condanne per omicidio, resta il carico più pesante, ma vengono rapite dalla prescrizione tutte le ipotesi collaterali. Le armi e simili.
BRINDISI - I poliziotti della Squadra mobile di Brindisi, del commissariato di Mesagne, e i carabinieri del comando provinciale di Brindisi insieme ai militari del Reparto operativo speciale hanno eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare in tutt’Italia. Fra gli indagati c’è Francesco Campana, ritenuto uno dei capi della frangia brindisina della Scu.
LECCE - La furia dei parenti, dopo la raffica di conferme in appello, si è riversata sull’incolpevole sostituto dell’avvocato del pentito ‘Bullone’, contro cui sono state lanciate invettive d’ogni genere. Alla fine, per calmare il caos all’esterno del carcere di Lecce, nella cui aula bunker si è celebrato il secondo grado del processo sugli omicidi firmati dalla Scu brindisina, sono intervenuti gli agenti della sezione Volanti della questura salentina.
FRANCAVILLA FONTANA – I dieci “rampolli” della criminalità locale, arrestati all'alba di oggi dai carabinieri perché accusati di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, seppur freschi di mestiere, data anche la giovane età (quasi tutti tra i 22 e i 25 anni) la sapevano lunga sulle dinamiche interne della criminalità organizzata locale.
Poco prima della sentenza definitiva è scappato via ed è ora irreperibile. Presto potrebbe essergli affibbiato lo status di “latitante”, con apposito decreto. E’ sparito Giuseppe Giordano, uno dei tre killer di Santino Vantaggiato, boss della Scu che fu ucciso in diretta telefonica a Bar, in Montenegro. L’uomo, sanpietrano, sarebbe tornato in carcere a breve per i trent’anni che deve scontare stando a una sentenza passata in giudicato il 19 ottobre scorso proprio per quei fatti.
FRANCAVILLA FONTANA – E' accusato di aver acquistato illecitamente sostanza stupefacente ai fini di spaccio il 44enne di Francavilla Cosimo Canovari arrestato su ordinanza nella mattinata di oggi nell'ambito dell'operazione dei carabinieri del Ros di Milano che all'alba di oggi, con 52 arresti in tutta Italia, ha sgominato un grosso traffico internazionale di droga finanziato dalle cosche di Reggio Calabria. Un’operazione che si intreccia con quella del Gico e del Goa della Guardia di Finanza, che ha toccato il Brindisino.
BRINDISI - Vale circa 2 milioni il tesoro segreto di Cosimo Rochira, 35 anni di Francavilla Fontana, emergente della mala locale, noto alle forze dell'ordine per una fitta serie di reati tra cui quello dell'omicidio di Angelo Putignano avvenuto nel 2007 a San Giorgio Ionico, per cui è stato condannato il 7 ottobre 2010 in secondo grado a 14 anni di carcere. La sera dopo la sentenza scampò a un commando di killer mentre allestiva uno dei negozi della catena “Biocasa” a San Michele Salentino, raid in cui rimase vittima invece il 42enne Vincenzo Della Corte.
FRANCAVILLA FONTANA – La vita di una persona che costa 200 euro (il prezzo di fucile mitragliatore privo di caricatore); un Kalashnikov “quello di Nicola” che scotta (usato – in attesa dei complessi accertamenti balistici – verosimilmente per la mattanza sulla statale 7 dell’11 novembre in cui perse la vita il 18enne Francesco Ligorio fallendo l’obiettivo Nicola Canovari, salvo per miracolo); l’arma da guerra che avrebbe potuto essere utilizzata a breve contro una donna; “cinque bombe a mano” sul mercato (una delle quali potrebbe essere anche già stata usata - se si considerano gli ultimi attentati con l’uso di questi ordigni - a Mesagne e l’arco temporale in cui si colloca il loro impiego che segue alla guerra interna alla Scu che ha registrato nell’interland di Francavilla Fontana la media di un morto al mese tra ottobre e dicembre 2010).
BRINDISI – Ottobre, novembre e dicembre 2010. Tre omicidi: Vincenzo Della Corte prima, Francesco Ligorio poi e per ultimo Fabio Parisi. Tutti e tre uccisi a colpi d’arma da fuoco da killer senza scrupoli. Ottobre 2011, con l’operazione “Terminator” da parte del Norm di Francavilla Fontana ed il sequestro di armi – un vero arsenale - e gli arresti di Gianluca Della Corte, Maurizio Parisi, Giovanni Passiante, Giovanni Resta e Vitantonio Spirito, si presume si sia giunti ad un punto importante delle indagini sulla guerra di mala di fine 2010, anche se gli attuali indagati rispondono solo di reati connessi alla detenzione e al porto di armi da fuoco comuni e da guerra.
FRANCAVILLA FONTANA – C’è un filo teso tra la guerra di malavita a Francavilla Fontana con tre omicidi tra ottobre e dicembre scorsi, e l’operazione conclusa la notte scorsa dai carabinieri della compagnia locale e quelli del Reparto operativo provinciale, con cinque arresti che affondano un gruppo emergente, pericoloso e forse frequentato dagli attori di quei delitti. Tutto parte da un sequestro di armi tenuto segreto dai carabinieri sino a questa mattina, ma avvenuto il 15 febbraio scorso, pochi giorni prima dell’altra importante svolta investigativa ottenuta dall’Arma, vale a dire il sequestro, il 23 febbraio, del network di esercizi commerciali collegato a Giancarlo Capobianco. Costui indicato come il capozona della nuova Sacra corona unita nella città, direttamente a disposizione del clan Scu mesagnese guidato da Daniele Vicientino ed Ercole Penna, quest’ultimo pentitosi dopo la cattura da parte dei carabinieri del Ros il 29 settembre 2010 (Operazione Calipso), e supporto dell’Operazione Last Minute del 28 dicembre successivo ad opera della Squadra mobile brindisina, in cui anche “Zio Carlone” fu coinvolto ed arrestato.
LECCE – Emessa la sentenza per quattro omicidi commessi da Vito Di Emidio, dal suo socio sardo Marcello Ladu e dal gruppo di fuoco di “Bullone” nel Salento alla fine degli anni ’90. La Corte d’Assise di Lecce ha condannato all’ergastolo Marcello Ladu, mentre per l’ex killer numero uno e ora collaboratore di giustizia brindisino la condanna è a 22 anni di carcere.
BRINDISI – Ergastolo per i tre gregari del gruppo di fuoco, 27 anni per il pentito brindisino ed ex superkiller Vito Di Emidio, detto Bullone, almeno venti omicidi confessati, ma in questo processo imputato per le uccisioni di Giuliano Maglie, eliminato in Montenegro presumibilmente il 25 giugno del 1999, e di Leonzio Casale e Giacomo Roselli, affiliati ad un rivale, uccisi dopo essere stati torturati, nel 1996.
LECCE - Diciotto anni di carcere per il 44enne brindisino Vito Di Emidio detto “Bullone”; ergastolo per il pastore sardo Marcello Ladu; 12 anni e 3mila euro di multa per Pasquale Tanisi detto “Cardillo”, 48enne di Ruffano; 9 anni e 2.500 euro di ammenda per Pasquale Orlando detto “Yo-Yo”; 8 anni e 2.000 euro di multa per Vito Cacciatore, 55 anni, imprenditore di Ruffano; 4 anni e 1.000 euro di multa per Giuseppe Tedesco detto “Capu di bomba”; 3 anni e 6 mesi oltre a 600 euro di multa per Giuseppe Picciolo.
BRINDISI - Arriva il conto, pesantissimo, per gli imputati alla sbarra nel processo sugli omicidi svelati dal killer più sanguinario della Scu, Vito Di Emidio, convertito alla collaborazione con la giustizia. Niente sconti soprattutto per il principale accusatore, lo stesso Bullone, per il quale il pubblico ministero Alberto Santacatterina ha chiesto la condanna all’ergastolo e l’isolamento in carcere per tre anni: per la pubblica accusa Di Emidio è sì, credibile, ma non merita i privilegi concessi dallo Stato ai collaboratori di giustizia, quelli veri, senza defaillance della memoria come quelli che hanno colpito il killer autore di “diciannove, forse venti omicidi”. Ergastolo anche per i presunti autori degli omicidi di Leonzio Roselli e Giacomo Casale: Daniele Giglio, Pasquale Orlando e Giuseppe Tedesco.
BRINDISI - Il killer più sanguinario della Scu uccideva e chiedeva di uccidere, rivolgendosi ai suoi fedelissimi. La richiesta non era un ordine, lo ha giurato in aula Pasquale Orlando, alias Jo-Jo, “me lo ha chiesto più volte ma lo ha chiesto per favore, signor presidente. Io gli ho sempre detto di no. Per uccidere ci vuole coraggio, io non ce l’ho mai avuto. Lui ci rimaneva male, ma io non potevo farci niente. Ero bravo a rubare e a fare le rapine, questo sì, le facevo con lui. Ma ammazzare no, quella è un’altra cosa”. Chi mente? Vito Di Emidio che accusa Pasquale Orlando, Daniele Giglio e il cognato Giuseppe Tedesco del duplice omicidio di Leonzio Roselli e Giacomo Casale, avvenuto il 7 maggio 1996, oppure gli imputati? Delle due l’una, questo è un fatto.
FRANCAVILLA FONTANA – E’ stato il colpo nel lato destro anteriore del torace ad uccidere Fabio Parise, 28 anni, contadino francavillese. La rosa di nove pallettoni calibro 8,6 lo ha centrato devastando gli organi interni. La seconda fucilata ha praticamente dato la certezza ai killer di avere portato a termine senza ombra di dubbio il compito ricevuto. Lo ha stabilito il medico Legale Antonio Carusi sottoponendo ad autopsia il cadavere del giovane. Esame iniziato attorno alle 20,30 di ieri e conclusosi pochi minuti prima della mezzanotte e trenta. Il perito settore ha estratto dal cadavere dodici pallettoni. Dello stesso calibro utilizzati per ammazzare lo scorso ottobre Vincenzo Della Corte.
FRANCAVILLA FONTANA – Nessuno parla. Tutti gli investigatori hanno avuto la consegna del silenzio. Nell’aria si sente che c’è qualcosa che bolle in pentola. Probabilmente Procura antimafia e forze dell’ordine stanno per assestare il colpo decisivo alle bande malavitose in guerra tra loro che sinora ha fatto tre morti e un ferito da ottobre sino a ieri quando i killer in via Regina Elena hanno ammazzato il ventottenne Fabio Parisi. Non è da escludere che quest’ultimo omicidio, non preventivato, abbia leggermente scombussolato i programmi dei carabinieri e dei magistrati che stanno indagando. Anche perché li obbliga ad aprire un altro fronte investigativo per trovare elementi contro i killer e i mandanti, in modo da collegare questo omicidio agli altri.