MESAGNE - Fu una spedizione punitiva poi degenerata o una spedizione omicida? E’ su a questo interrogativo che è imperniato il processo per l’uccisione del mesagnese Giancarlo Salati, alias Menzarecchia, che si sta celebrando a Brindisi.
BRINDISI - Il processo al bombarolo si è impantanato. E’ finito in un vortice da cui non riesce a uscire e non ne hanno alcuna responsabilità la pubblica accusa, la Corte d’Assise e neppure gli avvocati, che fanno il proprio mestiere.
BRINDISI – Torna nell’aula bunker del tribunale di Brindisi lo stragista Giovanni Vantaggiato. Secondo la tabella di marcia dell’udienza, potrebbe accomodarsi proprio questa mattina davanti alla Corte d’Assise per rispondere alle domande della pubblica accusa.
FASANO – Si costituiranno presto in comitato le persone coinvolte nella vicenda delle infezioni da agente patogeno verificatasi in un reparto delle Terme di Torre Canne tra il luglio ed l’inizio di settembre del 2009, con tre decessi e decine di ricoveri.
BRINDISI – Ennesimo rinvio del processo per la strage alla scuola Morvillo Falcone, per l’impossibilità di procedere all’interrogatorio di Cosimo Parato. Tutto rinviato al 10 aprile, giorno in cui dovrà essere ascoltato anche il bomber Giovanni Vantaggiato.
MESAGNE – Sul confronto tra il mandante presunto dell’omicidio di Giancarlo Salati, Massimo Pasimeni, e il pentito Ercole Penna, richiesto dalla difesa (mentre il pm è contrario), la Corte d’Assise di Brindisi si è riservata di decidere.
BRINDISI - Nuovo certificato medico con prognosi di trenta giorni, e slitta ancora (per la quarta volta consecutiva) l'audizione di Cosimo Parato, prima vittima di Vanni il bombarolo. Ma in aula non arriva neppure il bomber di Copertino.
BRINDISI - Sarà in aula, molto probabilmente e sempre salvo inconvenienti dell’ultima ora, lo stragista reo confesso. Torna, dopo diverse udienze in cui aveva preferito restare in cella, rinunciando alla traduzione, Giovanni Vantaggiato.
BRINDISI - Dopo un processo lungo tre anni, al termine di 23 udienze e all’esito di analisi eseguite da almeno una decina di periti, è stato assolto perché ‘il fatto non sussiste’, il radiologo della clinica Salus.
BRINDISI - Richieste di pene varianti tra i 26 anni per Daniele Vicientino, i 16 per Albino Prudentino e i 14 per altri imputati hanno concluso oggi l'arringa del pm Alberto Santacatterina al processo nato dall'operazione del Ros del 29 settembre 2010, contro quel clan della Scu al quale era possibile affiliarsi senza più alcun rito.
BRINDISI - Un nuovo certificato medico e salta, per la terza volta, l'audizione di Cosimo Parato, prima vittima del 'bombarolo'. Rinvio al 28 marzo. Le parti civili rinunciano ai testi citati, la difesa di Vantaggiato chiama il maresciallo Fiorita.
BRINDISI - La direzione distrettuale antimafia di Lecce ha chiuso le indagini a carico di venti persone, tutte del Brindisino, accusate a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso per aver fatto parte della Scu, fino al 2010.
SAN DONACI – Per la storia di un verbale da annullare non luogo a procedere, oggi, per tre carabinieri imputati di abuso d’ufficio. Ma atti nuovamente al pm, ha deciso il tribunale di Brindisi, per verificare se, invece, vi fu o meno una circostanza di concussione.
BRINDISI - Brindisini imputati per aver inscenato falsi incidenti stradali sulla base di dichiarazioni discordanti: il fatto non sussiste. Chiuso con dieci assoluzioni un processo nato dalla denuncia dell'Allianz. L’inchiesta traeva spunto su accertamenti disposti dalla stessa assicurazione.
BRINDISI - "Quel giorno si diffuse un clima di terrore e di intimidazione. Mi venivano segnalate scene di panico dei ragazzi in tutte le scuole e in tutta le citta'. L'evoluzione dei fatti fu seguita da decine emittenti televisive e radiofoniche. Decidemmo con i dirigenti scolastici, di arginare panico, non disponendo la chiusura delle scuole". E’ la testimonianza resa stamani dal sindaco di Brindisi alla settima udienza del processo per la strage del 19 maggio 2012 davanti all’Istituto professionale Morvillo Falcone, causata dall’esplosione di un ordigno comandato a distanza da un commerciante di carburanti di Copertino, Giovanni Vantaggiato.
TORRE S. SUSANNA - Quelli di contrada Canali avevano costituito un clan, affiliato alla Scu, che faceva affari con le armi, con il traffico di droga, le intimidazioni ma soprattutto tentò di infiltrarsi nella gestione della cosa pubblica, per investire in un business apparentemente lecito, quello delle energie alternative e in particolare degli impianti eolici.
BRINDISI - Sono all’incirca 500 i testi citati dalle difese e ammessi dal giudice monocratico, stamani, all’avvio del processo ai 50 ‘camici’ della Asl di Brindisi dalla pausa facile, a processo per truffa aggravata ai danni del Servizio sanitario nazionale. Un numero esorbitante di testimoni da esaminare e controesaminare, insomma, che – seppur si presuppone che non tutti saranno poi alla fine ascoltati, stando a quanto ha fatto intendere il Tribunale – fa ipotizzare che all’esito della brillante inchiesta, che con videoriprese e appostamenti sgominò un gruppetto di presunti assenteisti, non vi sarà altro che prescrizione.
BRINDISI - “Furono fatti tutti gli accertamenti, furono disposte intercettazioni a carico di Giovanni Vantaggiato, ma nulla emerse a suo carico”. Nulla che potesse già allora incastrare il ‘bombarolo’ prima del tempo, per il solo attentato ai danni di Cosimo Parato, ex socio in affari contro cui era furibondo forse per una presunta truffa da 340mila euro (versione ufficiale) oppure perché temeva rivelazioni riguardo la pregressa attività di frode con le forniture di gasolio che i due avrebbero compiuto insieme.
BRINDISI – Cosimo Parato questa volta si presenta in aula, per la ottava udienza del processo collegato alla strage del 19 maggio del 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, ma anche all’attentato in cui egli stesso doveva morire, secondo il progetto di Giovanni Vantaggiato. Tuttavia è una comparizione quasi di cortesia, perché il teste e parte lesa dice al pm che non può trattenersi oltre, proprio a causa delle conseguenze fisiche dovute a quella vicenda, saluta e se ne torna a casa.
BARI - Era stato assolto in primo grado dall’accusa di mafia e di omicidio, il re delle “bionde”, l’ostunese Francesco Prudentino, detto “Ciccio la busta”. Oggi la Corte d’Assise d’Appello di Bari ha ribaltato quel verdetto, pronunciando una condanna a una pena di 7 anni di reclusione per Prudentino, sia per associazione per delinquere di stampo mafioso che per l’uccisione di Vladimir Jelenic, detto Vania, il ventiduenne montenegrino ucciso la notte tra il 23 e il 24 ottobre del 1995 a Bar, in Montenegro.
BRINDISI - Tutti assolti, tranne due, gli imputati in un processo per contrabbando d’ultima generazione, una forma di introduzione di tabacchi lavorati esteri in Italia che sarebbe stata messa in atto andando ad acquistare le stecche di sigarette direttamente dai duty free delle navi. Erano in tutto in 13, tutti di Brindisi, ed erano accusati dalla Dda di Lecce di aver costituito una associazione contrabbandiera, circostanza questa esclusa dal Tribunale di Brindisi in favore di tutti ‘perché il fatto non sussiste’.
BRINDISI - Per la prima volta, oggi, nell’aula ‘Metrangolo’, si è avuta la chiara impressione che l’assenza della procura di Brindisi potrebbe alla fine arrecare un danno al processo e alla precisa e puntale definizione della responsabilità dell’unico imputato, il presunto stragista, insomma il ‘bombarolo’ che risponde al nome di Giovanni Vantaggiato. Si è ancora una volta potuto osservare, oggettivamente, che il filone “Parato”, quello che riguarda l’attentato del 24 febbraio 2008, par’essere figlio di un dio minore, sebbene prometta sviluppi interessanti, in quanto importante chiave di lettura dei fatti che si sono verificati quattro anni dopo, quell’orribile 19 maggio del 2012.
BRINDISI – Hanno misurato i dati antropometrici dell’attentatore, ne hanno stabilito i movimenti negli ultimi minuti e quelli della notte precedente usando registrazioni di videocamere, utente telefoniche e software avanzati. Anche se Giovanni Vantaggiato non avesse confessato, non sarebbe sfuggito alle sue responsabilità. Ma da tutto questo lavoro non si ricava invece la presenza di un complice. Se c’era, non ha agito forse negli stessi istanti. Lo ha raccontato oggi alla sesta udienza del processo per la strage alla scuola Morvillo Falcone un funzionario dello Sco della Polizia di Stato, Vincenzo Nicolì.
BRINDISI – Giovanni Vantaggiato effettuò un sopralluogo davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi due settimane prima del giorno dell’attentato. Lo ha ribadito in aula stamani il colonnello dei carabinieri Vincenzo Molinese, investigatore del Ros che ha partecipato alle indagini sull’attentato. "Il cellulare di Vantaggiato e la Hyundai intestata alla figlia informano di una possibile presenza dell'uomo vicino alla scuola Morvillo il 5 maggio in una fascia oraria compresa dalle 7.16 alle 7.35", ha detto l’alto ufficiale ai pm Cataldo Motta e Guglielmo Cataldi l’alto ufficiale.
BRINDISI – Drammatica in alcuni passaggi, e portatrice di interrogativi in altri, questa mattina al processo per la strage del 19 maggio 2012, e per l’attentato del 24 febbraio 2008 a Torre S. Susanna, la deposizione di Maria Carmela Ursini, moglie di Cosimo Parato, l’ex socio che Vantaggiato voleva uccidere con una bici-bomba senza riuscirvi, ma ferendolo in maniera gravissima. La teste ha raccontato sia dell’attentato che delle indicazioni precise che il marito, appena fu in grado di parlare diede ai carabinieri circa le responsabilità di Giovanni Vantaggiato nei fatti.