BRINDISI - “Dillo a Salvatore, che vuole fare”. Uno degli affiliati alla Scu dei tempi del fotovoltaico e dell’eolico, si rivolge così a “Netta”, al secolo Antonia Caliandro. Si parla di soldi, dei “pensierini”, dei proventi delle estorsioni che vengono gestite dal “boss”. Il “boss” è Salvatore Buccarella, 53 anni, in carcere dai primi anni Novanta e per lungo tempo sottoposto al regime di carcere duro. “Anche quando pensavamo fosse inattivo – ha detto oggi il procuratore della Dda Cataldo Motta – Buccarella dava ordini e gestiva i traffici illeciti”. Ebbene sì, anche con un solo colloquio al mese, come prevede il 41 bis.
BRINDISI - La mano della criminalità organizzata sull'industria del fotovoltaico. I carabinieri del comando provinciale di Brindisi sono impegnati dalle primissime ore del mattino in una vasta operazione che investe anche la provincia di Lecce, per catturare 16 persone colpite da ordinanze di custudia cautelare richieste dalla Direzione distrettuale antimafia salentina a carico di altrettanti esponenti del clan Buccarella.
BRINDISI – Si è avvalso della facoltà di non rispondere, Oronzo De Nitto, il mesagnese di 37 anni arrestato all'alba di mercoledì scorso dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi, dopo 21 mesi di latitanza. L'interrogatorio di garanzia di De Nitto si è svolto questa mattina nel carcere di Lecce alla presenza del gip Antonia Martalò, su delega del gip Nicola Lariccia, e del suo legale di fiducia Pasquale Annicchiarico del foro di Brindisi.
BRINDISI – Sarà ascoltato domani mattina alle nove nel carcere di Lecce, l'ultimo latitante della Scu, Oronzo De Nitto, 37 anni di Mesagne, arrestato all'alba di ieri dagli agenti della Squadra mobile della questura di Brindisi dopo 21 mesi di latitanza. De Nitto, alla presenza del suo legale di fiducia Pasquale Annicchiarico, del foro di Brindisi, ha la prima possibilità di chiarire la propria posizione. Il mesagnese il 28 dicembre del 2010 fu destinatario, insieme ad altri 28 indagati, di un ordine di carcerazione per associazione per delinquere di stampo mafioso, emesso sulla base delle rivelazioni del pentito Ercole Penna.
Arresto di un affiliato alla Sacra corona unita di Mesagne, Oronzo De Nitto di 37 anni, ricercato dalla polizia di Brindisi dalla fine di dicembre del 2010
BRINDISI - La Squadra mobile di Brindisi ha arrestato alcune ore fa nelle campagne tra Brindisi e Taranto l'ultima persona ricercate per l'indagine Last Minute, che il 28 dicembre 2010 conusse a 16 arresti sulla base delle rivelazioni del pentito Ercole Penna. La persona catturata dalla polizia è Oronzo De Nitto, 37 anni, di Mesagne.
BRINDISI – Il vero affare? Le assunzioni, la promessa di un posto di lavoro da ottenere compiendo una vera e propria estorsione. Oltre al “pizzo” tradizionale,
BRINDISI – Ogni episodio criminoso ha una sua ragione d’essere, inquadrato in un vero e proprio sistema di approvvigionamento di denaro e di gestione del territorio riferibile, indubbiamente, alla Sacra corona unita. Se due autocarri venivano rubati all’interno dell’azienda c’era una ragione. Il giorno successivo qualcuno andava a presentare il conto: la Porsche doveva essere venduta all’acquirente a un prezzo di favore, diecimila euro più basso. Anche la presenza al ristorante, uno dei più conosciuti a Mesagne, la locanda dei Messapi, di un uomo del posto, Giuseppe Stranieri, era finalizzata a far cassa: un “prestito” di mille euro che in realtà altro non era che un’estorsione, ordinata per quanto detto da uno dei “capi”, Massimo Pasimeni, alias “piccolo dente”, poi rinnegata dallo stesso non senza un po’ di stizza.
MESAGNE – I rituali della vecchia Scu? Il giuramento sulla “punta di questo pugnale” che fa impazzire tutti i biografi e i romanzatori delle vicende della criminalità organizzata pugliese? I santini bruciati su una candela, le gocce di sangue spillato ai nuovi adepti? Archeologia criminologica. Oggi la Scu, o ciò che ne resta – e per fortuna non è tanto, e non sarebbe nulla se non trovasse humus sociale adeguato – tratta con gente diversa, e non più solo con elementi abituati sin da piccoli a rubare, rapinare, estorcere, minacciare, aggredire. Quella che era la famosa terza sponda è sempre più a portata di mano dei gruppi che la utilizzano: commercianti, professionisti, imprenditori con la propensione a percorrere le strade dell’illegalità. Gente che non ci si vede in uno stanzino illuminato solo dalla luce dei ceri, e alle prese con coltelli e cupe formule di affiliazione, ma è pronta ad aprire le proprie casse per finanziare o riciclare.
Ennesima operazione della Polizia di Stato di Brindisi contro le nuove frange della Sacra corona unita a Mesagne, la città che ne ha visto le origini all'inizio degli anni Ottanta. Sedici arresti, propiziati dalle rivelazioni del pentito Ercole Penna e da intercettazioni telefoniche ed ambientali. Una decina i casi di estorsione provati, in una circostanza ai danni di una società di servizi ospedalieri obbligata ad assumere le persone indicate dalla malavita. Emerge anche un nuovo profilo associativo, che ha oramai messo da parte i vecchi rituali di affiliazione perchè la Scu da tempo cerca infiltrare settori della società civile estranei alle culture tipiche dalla criminalità ordinaria.
BRINDISI - E’ in corso dall’alba di questa mattina a Mesagne, Brindisi e altri centri una operazione della Polizia di Stato della Questura di Brindisi per eseguire 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di esponenti della nuova Scu, provvedimenti emessi dal gip Alcide Maritati su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Tra le persone già raggiunte dalle ordinanze, il boss Massimo Pasimeni (già detenuto), Francesco Gravina detto il Gabibbo e lo zio omonimo, mesagnesi, Antonio Centonze, Vito Stano, brindisini.
MESAGNE - L'amministrazione comunale di Mesagne ha organizzato per il prossimo 23 marzo alle ore 18 la presentazione del libro di Mara Chiarelli “Sacra Corona Unita: i camaleonti della criminalità italiana”. Nell'Auditorium del Castello Normanno Svevo interverranno oltre all'autrice, il procuratore Marco Dinapoli, il vicario foraneo don Pietro De Punzio e Cosimo Faggiano, assessore ai Percorsi di legalità.
CELLINO SAN MARCO – L'ex negozio di abbigliamento “Centro Diffusione Moda” di via Sicilia a Cellino San Marco di proprietà dell'ex esponente della Scu, Alfredo Penna, trasformato in centro sociale. Questo almeno è quello che si propone l'amministrazione Cascione di Cellino San Marco che proprio ieri ha firmato il protocollo di intesa con la Provincia di Brindisi per la presentazione del progetto nell'ambito del “Pon Sicurezza 2007-2013” che prevede appunto la ristrutturazione di quell'immobile.
MESAGNE – Si è spenta a Mesagne all’età di 85 anni Salvatora Ciccarese, madre del fondatore della Sacra corona unita, Giuseppe Rogoli. Accanto a lei, dopo la morte del marito, era rimasta solo la figlia Melina. Pino Rogoli è in carcere da più di 30 anni, condannato a vari ergastoli, suo fratello Emanuele fu ucciso in un agguato il 15 giugno del 1989. Rogoli nei giorni scorsi aveva chiesto e ottenuto un permesso dalla direzione del carcere dei Viterbo, dove si trova attualmente per recarsi al capezzale della madre oramai in condizioni gravissime.
BRINDISI – “Alfarano Francesco + 154”, un processone al contrabbando di sigarette d’altri tempi, con dentro tutti i nomi di primo piano del traffico di sigarette in Puglia, potrebbe morire di eutanasia, ma prima il tribunale di Brindisi dovrà valutare ed accettare una richiesta di riqualificazione del reato avanzata ieri in aula dal pm Alberto Santacatterina della Dda di Lecce, che potrebbe cambiare anche la raffigurazione del rapporto tra le società contrabbandiere e la Sacra corona unita. I contrabbandieri fiancheggiatori esterni della Scu? No, più che altro taglieggiati dalla stessa Sacra corona unita. Quelle 10mila lire a cassa di sigarette da versare all’organizzazione criminosa, al clan al potere in un determinato momento, non erano un obolo volontario, ma un pizzo a tutti gli effetti.
Vicino di casa del boss della Scu di Mesagne, Massimo Pasimeni, ucciso perchè in passato aveva avuto una relazione con la compagna attuale del capo, e perchè ne era stato il protettore. Fu per questo che il 16 giugno 2009 il 62enne Giancarlo Salati, una passione per le minorenni, fu raggiunto dai killer nella sua abitazione, in pieno giorno, e massacrato a bastonate. Morì 24 ore dopo. Il caso è rimasto avvolto dall'omertà per due anni e mezzo, poi con l'aiuto di un pentito la Squadra mobile di Brindisi, il commissariato di Mesagne e la Dda di Lecce hanno stretto il cerchio, arrestando mandante (già detenuto) e commando. Pasimeni aveva anche cercato di convincere l'attuale pentito a liquidare i tre uomini della spedizione punitiva, perchè temeva che parlassero.
BRINDISI – Chiuso il cerchio attorno al misterioso omicidio del Giancarlo Salati, 62enne di Mesagne, morto, per le ferite riportate, il 17 giugno del 2009. Era stato picchiato il giorno prima con un bastone di ferro: 16 colpi. E scattano le manette nei confronti di mandante ed esecutori materiali del delitto, grazie anche alle rivelazioni del pentito Ercole Penna. Si tratta degli arcinoti alle forze dell’ordine Massimo Pasimeni (detto Piccolo Dente) a capo di una frangia della Scu mesagnese, già detenuto, e dei suoi sodali Francesco Gravina (detto Gabibbo), Vito Stano e Cosimo Giovanni Guarini.
Era la zona sud del Brindisino l’area dove un gruppo della criminalità organizzata leccese faceva shopping di cocaina ed hascisc, una delle tante attività gestite dal clan assieme al contrabbando, le estorsioni, il gioco d’azzardo, potendo contare su armi, esplosivi ed un forte potere intimidatorio, sottolinea la Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Il gruppo criminoso era quello capeggiato da Pasquale “Maurizio” Briganti, leccese trapiantato a Bolzano, con una solida sponda in carcere presso il boss detenuto Salvatore Caramuscio. La moglie di questi, Simona Sallustio, assieme a Briganti, ai coniugi Giuseppe Nisi e Carmela Merlo, e a Stefano Ciurlia, sono colpiti da un’ordinanza che prevede anche il 416 bis, l’associazione di stampo mafioso.
La Squadra Mobile di Lecce, con la collaborazione della Squadra mobile di Brindisi, ha effettuato una vasta operazione, denominata Cinemastore - dall'attentato ad una videoteca da cui scaturì l'indagine - contro una rete di spaccio di cocaina e hascisc controllato nel Salento da gruppi ritenuti dalla Direzione distrettuale antimafia legati alla Sacra corona unita. Nel blitz coinvolti vari esponenti della criminalità della zona sud del Brindisino, ad alcuni dei quali si riferisce questo video. In tutto, 62 gli indagati, dei quali 49 colpiti da misure di custodia cautelare.
LECCE - Agenti della Squadra Mobile di Lecce e della Questura di Brindisi hanno eseguito a partire dalle prime luci dell’alba una valanga di ordini di arresto emessi dal giudice delle indagini preliminari su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Lecce. Sessantadue gli indagati, quaratanove dei quali raggiunti da misura cautelare. Sotto scacco sono finiti presunti affiliati alla Sacra Corona unita che avrebbero operato nelle province di Lecce e Brindisi. Una dozzina i brindisini coinvolti, di cui 4 arrestati stamane dalla polizia. I destinatari del provvedimento, tra i quali anche una donna, sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione e tentata rapina.
CELLINO SAN MARCO – Esce dal carcere dopo 18 anni di detenzione e tenta di estorcere denaro a un imprenditore edile del suo stesso paese. E torna in cella. Si tratta del 48enne Cosimo Mazzotta, elemento di spicco della Sacra Corona Unita degli anni Ottanta. Questa volta è accusato di tentata estorsione e violazione delle prescrizioni imposte dal provvedimento di sorveglianza speciale. In carcere, 18 anni fa, ci era finito per associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e tentato omicidio.
BRINDISI – Otto anni al pentito Ercole Penna, il collaboratore di giustizia che ha messo in chiaro la rete più recente di affari e riciclaggio dei nuovi gruppi nati nel brodo di coltura della Sacra corona unita, che hanno sempre Mesagne come centro di equilibrio ma filiali per il business a Francavilla Fontana, Brindisi, Ceglie Messapica e altri centri. Penna - che aveva rinunciato a presenziare - è stato giudicato con il rito abbreviato dal giudice dell’udienza preliminare di Lecce, Marco Cazzella (l’indagine è infatti della Direzione distrettuale antimafia salentina), in una anticipazione – se così si può definire – del processo ordinario alle nuove colonne della Scu del Brindisino colpite il 29 settembre 2010 dall’Operazione Calipso del Ros dei carabinieri. Il pm antimafia Alberto Santacatterina aveva chiesto 10 anni, ma il giudice ha accolto le richieste dell’avvocato Sergio Luceri, che ha difeso il collaboratore di giustizia, emettendo un giudizio con una pena inferiore.
BRINDISI – Un totale di 76 anni di carcere e tre assoluzioni. Dopo quasi due anni si chiude definitivamente l'operazione “New Fire” che il 20 luglio del 2009 portò all'arresto di otto sanpietrani accusati a vario titolo di associazione per delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione rapina, danneggiamento a mezzo fuoco, minacce aggravate, detenzione e porto abusivo di arma da fuoco e furto.
MESAGNE – Parola d’avvocato, contro la parola di due avvocati. Maurizio Friolo, avvocato brindisino, entrato in consiglio regionale della Puglia nelle fila del Pdl, bacchetta in sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, per avere affianco in maggioranza nel consiglio comunale due avvocati, Rosanna Saracino e Gianfrancesco Castrignanò, difensori di alcuni imputati nel processo nato dall’indagine “Da Vinci”, tra i quali figura il colonnello della Scu Massimo Pasimeni, e in cui il Comune di Mesagne si è costituito parte civile. La polemica è scattata qualche giorno fa.
BRINDISI – Un inferno di fuoco, la notte tra il 31 agosto e il primo settembre scorsi, si mangiò 16 auto della concessionaria Auto Tua di via Porta Lecce, a Brindisi. Gli autori materiali non hanno ancora un volto e un nome, ma gli autori invece della tentata estorsione che l’attività commerciale subì il 24 dicembre 2008 sono ora tutti e due nella mani della giustizia. Il primo, Giuseppe Ragusa di 38 anni, ha già sulle spalle una condanna definitiva: fu identificato senza esitazione da uno dei titolari della concessionaria e arrestato dalla polizia il 20 gennaio 2009 su ordinanza di custodia cautelare. Oggi all’alba, sempre la Squadra mobile di Brindisi ha messo le manette al secondo emissario del racket, Cosimo Carone di 44 anni, detto Catunzi. Lui e Ragusa secondo gli investigatori appartengono ancora all’arcipelago del clan Buccarella di Tuturano, frazione di Brindisi sede della seconda famiglia più potente della Sacra corona unita.