BRINDISI – Continuano le razzie nel complesso turistico-residenziale di Acque Chiare, sotto confisca per violazioni urbanistiche (sono ancora in corso giudizi e ricorsi). Dopo gli arresti recenti, ieri i carabinieri del Norm della compagnia di Brindisi hanno bloccato due giovani che stavano allontanandosi dal villaggio con 65 chili di materiale ferroso sottratto al cantiere bloccato assieme a decine di villette dai provvedimenti della magistratura. Uno degli autori del furto è stato arrestato, il complice minorenne invece segnalato in stato di libertà alla procura competente.
BRINDISI – Consales ribadisce: “Il Comune di Brindisi non si costituirà parte civile nel processo in corso su Acque Chiare”. La conferma ufficiale è giunta in mattinata. La Giunta Comunale di Brindisi, sulla base di un atto di indirizzo espresso dal sindaco Mimmo Consales, ha stabilito di non far costituire l’Amministrazione Comunale di Brindisi parte civile nel procedimento penale in corso nei confronti degli acquirenti delle abitazioni inserite nel villaggio Acque Chiare di Brindisi.
BRINDISI – Udienza saltata per manifesta incompatibilità del giudice monocratico. In aula, all’avvio di Acque Chiare bis, c’era però l’avvocato del Comune di Brindisi, Viola Messa, lì con la chiara intenzione chiedere al giudice la costituzione dell’ente come parte civile, contro i 222 imputati (proprietari delle villette del villaggio) che rispondono di lottizzazione abusiva negoziale in concorso.
BRINDISI – Le villette sono state confiscate con sentenza di primo grado. Ma, poiché non si tratta ancora di un giudizio definitivo, saranno i proprietari a dover pagare l’Imu, l’imposta municipale unica, di recente introduzione, la cui prima rata (che per le seconde abitazioni ammonta a più della metà del totale) andrà versata entro 18 giugno prossimo.
BRINDISI - A proposito della decisione del commissario prefettizio del Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, di costituirsi parte civile nel procedimento penale contro i 227 propretari delle villette di Acque Chiare, quello in cui gli stessi compaiono come concorrenti nel reato di abusivismo edilizio negoziale, riceviamo e pubblichiamo una nota dell'avvocato Vittorio Rina, legale di parte dei proprietari, ai quali nel primo processo sulla vicenda del complesso turistico-alberghiero appena conclusosi con la confisca dell'intero patrimonio immobiliare (oltre che con la condanna di costruttore, notaio, progettista e dirigente comunale all'Urbanistica protempore), è stato invece negato ogni diritto al risarcimento da parte dello stesso Comune, cui il tribunale ha affidato l'area sequestrata e le strutture esistenti.
BRINDISI - Acque Chiare, l'inizio del secondo atto rinviato al 9 maggio, a urne delle elezioni comunali ancora fumanti (si vota il 6 e 7 maggio), con un nuovo sindaco e un mucchio di cocci da rimettere insieme. E forse con una decisione da rielaborare: quella della costituzione di parte civile del Comune di Brindisi contro i proprietari delle villette di Acque Chiare, anzi potenzialmente "ex" vista la confisca disposta dalla sentenza di primo grado letta martedì sera, e contro Vincenzo Romanazzi, il costruttore, ed il notaio Bruno Cafaro, l'istruttore dei rogiti.
BRINDISI – Mai negata una sanatoria, mai demolita una casa abusiva (tranne le baracche di Sbitri), mai vista una confisca in massa in una città dove di villaggi e villaggetti abusivi se ne sono visti crescere tanti, e dove ha agito persino un “Comitato per l’edilizia spontanea”. Ecco perché nel primo pomeriggio di oggi, alla lettura della sentenza di primo grado che, in accoglimento totale delle richieste del pm Antonio Costantini, dispone la confisca di tutti gli immobili del complesso turistico alberghiero di Acque Chiare, incluse le abitazioni già vendute, si è levato il grido “questa è la strage di S. Valentino”.
BRINDISI - Confisca del villaggio di Acque Chiare e condanna dei quattro imputati: il costruttore Vincenzo Romanazzi, il notaio Bruno Cafaro, il direttore dei lavori Severino Orsan e il dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi dell’epoca, l’architetto Carlo Cioffi. La doccia fredda arriva alla fine di una requisitoria durata quasi cinque ore. A formularla il pubblico ministero Antonio Costantini a conclusione del troncone d’inchiesta per la presunta lottizzazione abusiva.
BRINDISI - C’è un convitato di pietra al tavolo della vicenda Acque Chiare: un atto di pignoramento, seguito da una istanza di vendita all’asta di tutte le particelle catastali del complesso sequestrato il 29 maggio 2008 dalla procura di Brindisi, fatta eccezione per le ville per le quali le transazioni di vendita sono già completate. Il clamoroso esito di questa procedura è al momento congelata dal fatto che l’intera area (ville incluse) è appunto gravata dal sequestro penale che ha la prevalenza su ogni altra pretesa. Ma l’elemento davvero dirompente è rappresentato dal fatto che la società che sta dietro il pignoramento e l’istanza di vendita all’asta, la Brindisi Real Estate, è controllata al 51 per cento da Sar Costruzioni Srl, amministrata da Vito Romanazzi, e con soci lo stesso Vincenzo Romanazzi e altri suoi figli.
BRINDISI - Testimonianza numero 115 di 175. Tante sono le parti civili chiamate in causa dalla difesa del notaio Bruno Cafaro, che hanno sfilato fino a questo momento in aula al banco dei testimoni, ma solo ieri, per la prima volta, è emerso un mistero nel mistero del villaggio Acque chiare: fogli in bianco firmati su sollecitazione del professionista, all’atto di sottoscrizione dei preliminari d’acquisto. “Ci fece firmare un foglio in bianco, per un futuro consorzio diceva, di cui avremmo fatto tutti parte per gestire le porzioni comuni del villaggio Acque chiare, strade, servizi, e cose così. Ci fidammo, come fai a non fidarti di un notaio?”, con questo interrogativo si sono chiuse le testimonianze dei proprietari comparsi ieri nel processo che vede imputati per lottizzazione abusiva oltre al professionista citato, il costruttore Vincenzo Romanazzi, il progettista Severino Orsan e l’ex dirigente dell’ufficio Urbanistica del Comune di Brindisi Carlo Cioffi.
BRINDISI - I quasi duecento proprietari delle villette costruite nel villaggio Acque Chiare sulla litoranea a nord di Brindisi saranno processati per lottizzazione abusiva insieme ai presunti truffatori, il notaio Bruno Cafaro e il costruttore Vincenzo Romanazzi. Processo unificato, per gli uni e per gli altri, fissato per il 24 ottobre, così ha deciso il tribunale di Brindisi. Se i proprietari rispondono di concorso in lottizzazione abusiva negoziale, per aver abitato le villette oggetto di sequestro dal 28 maggio 2008, Romanazzi e Cafaro dovranno spiegare perché diedero l’ok alla vendita parcellizzata di quello che avrebbe dovuto essere un complesso turistico ma non residenziale.
BRINDISI – Ancora nessuna decisione per l’albergo realizzato nel complesso Acque Chiare. Il Tribunale del riesame ha rinviato tutto al 14 gennaio perché sono state presentate delle memorie e quindi ha dovuto concedere dei termini alle parti per poterle approfondire. A sollecitare il dissequestro è ancora una volta l’imprenditore Vincenzo Romanazzi che aveva già inoltrato richiesta al giudice monocratico Francesco Aliffi nelle scorse settimane, il quale la respinse sostenendo che “Acque Chiare è una lottizzazione che interessa l’intero complesso e la destinazione d’uso ha riguardato l’intera struttura.
BRINDISI - L’imprenditore aveva chiesto il dissequestro del solo albergo, l’unico pensato ed edificato per essere realmente utilizzato a scopo ricettivo. Il giudice monocratico ha detto no: “Acque Chiare è una lottizzazione che interessa l’intero complesso e la destinazione d’uso ha riguardato l’intera struttura”. L’ultimo atto della lunga vicenda del villaggio sulla litoranea che conduce ad Apani, in località Case Bianche, è stato il rigetto del giudice Francesco Aliffi, dinanzi al quale si sta celebrando il processo per lottizzazione abusiva a carico di quattro persone, dell’istanza presentata dalla “Acque Chiare srl”, le cui quote per il maggior numero sono di proprietà del costruttore del complesso Vincenzo Romanazzi, con cui si chiedeva la rimozione dei sigilli per il solo maxi hotel in costruzione.
BRINDISI – E’ toccato nuovamente ai notai. Agli altri notai chiamati come testi nel processo per la vicenda “Acque chiare” per chiarire come mai all’epoca hanno stipulato gli atti di vendita tra la società “Acque Chiare” di Vincenzo Romanazzi, 73 anni, brindisino, e i vari proprietari che acquistarono le villette non con finalità turistico-alberghiero, così come avrebbe dovuto essere, ma per abitazioni private. I notai che hanno deposto in questa udienza, così come gli altri chiamati a rispondere alle domande di accusa, parti civili e difese degli imputati, hanno praticamente detto che per loro era tutto regolare.
BRINDISI – E’ stato un confronto aperto, civile, senza peli sulla lingua, ma sicuramente necessario, per stoppare sul nascere ulteriori ambiguità, e per conoscere definitivamente le posizioni degli amministratori locali sul caso Acque Chiare. Presso la sala “M.M.Guadalupi”, l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente e l’assessore comunale allo stesso ramo Tonino Bruno, attraverso un incontro organizzato dall’associazione “Sviluppo e Lavoro”, hanno avuto nel pomeriggio un confronto con i proprietari delle villette tuttora sotto sequestro.
BRINDISI – E’ stato un risveglio certamente diverso, per i 157 proprietari delle villette di Acque Chiare raggiunti da un avviso di fine indagine per concorso in lottizzazione abusiva. Un’accusa, questa, che fa divenire più intricata una vicenda che si presentava già di difficile soluzione.
BRINDISI - C’è l’ennesimo colpo di scena sulla vicenda Acque Chiare: quando sembrava che le persone coinvolte nell’inchiesta fossero solo quelle più volte citate dal 2008 ad oggi, ecco spuntare 150 avvisi di fine indagine nei confronti di altrettanti proprietari per il reato di concorso in lottizzazione abusiva. Detta in soldoni, l’ipotesi è che anche i titolari delle villette fossero al corrente di cosa impedisse la vendita delle ville. Gli avvisi portano la firma del pubblico ministero Antonio Negro.
BRINDISI – Non ci stanno ad essere accostati gratuitamente a dei malavitosi, né tantomeno hanno gradito di essere stati definiti dal sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano degli “abusivi che nei giorni scorsi hanno addirittura interrotto un Consiglio comunale”. I proprietari di Acque Chiare rispondono a Mantovano faticando comunque a comprendere il motivo per cui siano stati tirati in ballo dall’onorevole: “Probabilmente non conosce la nostra storia, ma saremmo lieti di invitarlo qui a Brindisi per un confronto aperto”. A parlare è Franca Sergio, una delle proprietarie delle villette sotto sequestro della magistratura a seguito dell’inchiesta sulla lottizzazione abusiva dell’area.
BRINDISI – L’appuntamento nasce, evidentemente, dall’esigenza di spiegare, di chiarire, e anche di indicare le soluzioni da adottare per risolvere il problema, al di là della vicenda giudiziaria che dovrà comunque seguire un suo percorso parallelo. Nel pomeriggio del 20 luglio a Brindisi è previsto un incontro (manca solo l’ufficialità) tra i proprietari delle villette di Acque Chiare, l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente e l’assessore comunale all’Urbanistica Antonio Bruno.
BRINDISI - L’idea è nuova, ma potrebbe accelerare e molto i tempi per i proprietari delle villette di Acque Chiare, che attendono una risposta concreta al loro problema. Un’apertura da parte dell’Amministrazione comunale c’è, il resto dovrebbe farlo il Consiglio.
BRINDISI – “Non abbiamo mai detto che quelle villette vadano demolite”. A fugare ogni dubbio sulle polemiche di questi giorni su Acque Chiare è la diretta interessata, la stessa persona alla quale continuano ad essere attribuite frasi e posizioni che non corrispondono alla realtà. L’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente smentisce di aver mai invitato l’Amministrazione comunale a liquidare con le ruspe il caso Acque Chiare. “Non è mai stata nostra intenzione, e nella remota ipotesi che lo fosse non avremmo mai competenza per farlo. Ci siamo semplicemente limitati ad affidare al Comune il compito di individuare una soluzione”.
BRINDISI – La “patata bollente” su Acque Chiare è ora nelle mani del Comune. E’ questo l’elemento che si comprende chiaramente dopo aver letto con attenzione la lettera che l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente aveva inviato tre mesi fa al sindaco di Brindisi. Se la Regione ha spiegato chiaramente di non avere la competenza per una sanatoria, ha al tempo stesso invitato il Comune a valutare sul piano giuridico l’ipotesi di una variante urbanistica.
BRINDISI – Martedì scorso, in Consiglio comunale, si erano presentati inferociti e avevano di fatto interrotto i lavori. Oggi, sono più che mai terrorizzati all’idea le loro villette – sotto sequestro dal 2008 – possano essere demolite su disposizione della Regione Puglia, così come si vocifera da qualche giorno. Sono ore difficili per i proprietari delle case di Acque Chiare.
Ma, carte alla mano, l’idea della giunta Vendola non è affatto questa. Anzi, nell’ultima lettera inviata al sindaco di Brindisi Domenico Mennitti, l’assessore regionale all’Urbanistica Angela Barbanente ha invitato l’Amministrazione comunale l’ipotesi di una variante urbanistica.
BRINDISI – Prima tutte le ville sequestrate e inibite all’uso dei proprietari. Ora pure senza acqua. Stiamo parlando di Acque Chiare, il villaggio turistico-alberghiero-residenziale e tra non molto anche fantasma. E’ accaduto che alcuni dei proprietari delle ville sequestrate, per dimenticanza, per rabbia o chissà cosa, non ha pagato le bollette dell’acqua e l’ente idrico ha pensato bene di sospendere l’erogazione.
BRINDISI – “Ho stipulato rogiti perché non vi era nulla di irregolare”. E’ praticamente quanto ha sostenuto nell’udienza di questa mattina il notaio Benedetto Petrachi che ha stipulato alcuni degli atti di vendita delle villette di Acque Chiare, ora tutte sotto sequestro per illeciti che sarebbero stati commessi dal costruttore Vincenzo Romanazzi, 73 anni, di Brindisi, rappresentante legale di Acque Chiare Srl; da Bruno Cafaro, 72 anni, notaio brindisino, da Carlo Cioffi, 57 anni, di Brindisi, dirigente del settore Urbanistico e assetto del territorio del Comune di Brindisi, e Severino Orsan, direttore dei lavori e progettista del complesso Acque Chiare.