Una vicenda che riguarda una citta' italiana, Brindisi, come esempio di quello che non bisogna fare per non far fuggire gli investitori dall'Europa. L'ha citata il presidente del gruppo conservatore al Parlamento europeo (Ecr), Syed Kamall
BRINDISI - Del rigassificatore a Brindisi non importa più nulla a nessuno, men che meno a British Gas o a Brindisi Lng (che a Brindisi non c’è più), ma se l’iter autorizzativo e amministrativo si è chiuso con il recesso unilaterale dalla concessione dell’area demaniale di Capo Bianco, in sede penale si va avanti.
BRINDISI – L’atto finale della presenza di British Gas - Brindisi Lng a Brindisi potrebbero essere approvato martedì 19 novembre dal Comitato portuale, chiamato a recepire il recesso unilaterale della società britannica dal quel famoso Accordo sostitutivo di concessione demaniale marittima.
BRINDISI – Il fronte ambientalista brindisino contesta le recenti affermazioni del consigliere regionale di Fli, Euprepio Curto, il quale alla luce del referendum svoltosi nella città di Taranto sull’Ilva che ha segnato una sconfitta per il movimento che si batte per il diritto alla salute.
BRINDISI – Il Comitato portuale ha stralciato, per decisione unanime, il punto all’ordine del giorno della seduta odierna riguardante la richiesta di recesso unilaterale di Brindisi Lng dall’Accordo sostitutivo di concessione demaniale che consegnò il 4 febbraio 2003 il sito di Capo Bianco a British Gas. La decisione stamani in apertura di lavori, su proposta del rappresentante degli agenti marittimi, Teo Titi. La decisione di stralcio è stata accompagnata da quella di sottoporre la questione preliminarmente – come Titi aveva suggerito – all’esame dell’Avvocatura dello Stato, per ottenerne un parere.
BRINDISI – Dopo l’annuncio dell’amministratore delegato di British Gas Italia, Luca Manzella, comparso il 6 marzo 2012 sul principale quotidiano economico nazionale, dell’abbandono di Brindisi, intervista che diede la stura ad una lunga e molto spesso forzata querelle sulla fuga degli investitori stranieri dall’Italia a causa della nostra legislazione inadeguata, a distanza di poco meno di un anno arriva la conferma in un atto formale. Nelle more, c’è stata la conclusione del processo di primo grado per il primo iter autorizzativo del progetto del rigassificatore, con la confisca della colmata di Capo Bianco. Ora Brindisi Lng – la controllata cui fu passata l’operazione – ha inoltrato richiesta all’Autorità Portuale di Brindisi di recesso unilaterale dall’accordo sostitutivo di concessione demaniale marittima che consegnò alla società inglese l’area di Capo Bianco.
BRINDISI - Un atto sostitutivo di concessione demaniale marittima illegittimo perchè lo erano i requisiti prodotti dal richiedente, frutto di altri reati. Quindi la Brindisi Lng non aveva alcun titolo legale per poter occupare l'area dove poi aveva cominciato a realizzare la colmata per il rigassificatore di Capo Bianco. Questa la sintesi delle motivazioni della sentenza pronunciata dal tribunale di Brindisi al processo British Gas, che il fronte del no al progetto riprende, dopo il deposito avvenuto ieri.
BRINDISI - Dieci anni di condizionamenti della vita economica e politica, una sorta di vita sospesa per lo sviluppo della città, di profonda incertezza. Ma ora con la sentenza del tribunale di Brindisi, e ancor prima con il rifiuto di un nuovo Nof a Brindisi Lng da parte del Comitato tecnico regionale della Puglia, è il momento che il governo nazionale ne prenda atto e revochi tutte le autorizzazioni al progetto. Lo dice il fronte ambientalista brindisino a commento delle vicende di questi giorni. Ecco il testo completo del comunicato ambientalista.
BRINDISI - Dopo la sentenza di questa sera, British Gas non potrà affidare solo alle strategie legali la sorte del proprio progetto di un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi l'anno nel porto di Brindisi, ma certamente rivaluterà la convenienza di mantenere fermo l'investimento di Capo Bianco. Il tribunale presieduto da Giuseppe Licci ha infatti accolto la richiesta dei pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Silvia Nastasia, disponendo la confisca dell'area del cantiere e della colmata già realizzata. I giudici hanno inoltre condannato il presidente protempore di Bg Italia, Franco Fassio a cinque mesi di reclusione, pena sospesa. Dichiarati prescritti i reati corruttivi, assoluzione per il falso ideologico, rigetto delle richiesto di risarcimento delle parti civili Comune e Provincia di Brindisi, Regione Puglia, Legambiente, Italia Nostra e Wwf.
BRINDISI – Pronunciata nel pomeriggio la sentenza che fa calare il sipario sul processo British gas. La decisione dei Giudici: confisca dell’area sul quale insisteva il progetto del rigassificatore; condanna a cinque mesi (pena sospesa) per occupazione abusiva di area demaniale marittima a carico di Franco Fassio, presidente pro tempore di Bg Italia (a suo tempo arrestato assieme all'ex sindaco Giovanni Antonino, Scagliarini e ad altri due manager dell’epoca del gruppo inglese); assoluzione per gli imputati accusati di falso; riconosciuta la prescrizione, in riferimento al contestato reato di corruzione a carico di Antonino & Co, per decorrenza dei termini. Rigettate le richieste di risarcimento danni presentate dalle parti civili.
BRINDISI – “Il Presidente Fini o ignora totalmente la complessa vicenda del rigassificatore di Brindisi o ritiene che le opposizioni delle Amministrazioni Comunali e Provinciali, della Regione Puglia e della stragrande maggioranza dei brindisini non valgano nulla”. E’ quanto sostiene l’avvocato Roberto Fusco, candidato sindaco della lista civica “Si Roberto Fusco Sindaco”, nonché di Italia dei Valori e Federazione delle Sinistre, commentando le dichiarazioni rese dal presidente della Camera durante lo svolgimento del forum della Confcommercio a Cernobbio.
CERNOBBIO - Anche il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, parla del caso British Gas come di un'occasione perduta per l'Italia, e lo fa ai margini del forum della Concommercio a Cernobbio, pur non essendo affatto scontato che il gruppo britannico rinuncerà all'investimento di Brindisi, se le condizioni si mostreranno tutte favorevoli : Nulla Osta di fattibilità, sentenza del processo ormai terminato davanti al tribunale di Brindisi, in primis.
BRINDISI - Slitta di un mese la sentenza per il primo iter autorizzativo del progetto British Gas di un rigassificatore a Brindisi Capo Bianco, che era prevista per oggi 16 marzo. Lo sciopero degli avvocati ha imposto un rinvio - considerati anche gli altri impegni del collegio - al 13 aprile. Si conoscerà perciò molto probabilmente prima del parere dei giudici, quello del Comitato tecnico regionale che si dovrà pronunciare sul nuovo Nulla osta di fattibilità (Nof) richiesto dalla controllata del gruppo inglese Brindisi Lng.
BRINDISI - Un pezzo straordinario di giornalismo di approfondimento sul caso del rigassificatore di Brindisi quello di questa sera lunedì 12 marzo a "Zapping", la trasmissione di Radiouno condotta da Aldo Forbice, con ospite in studio l'amministratore delegato di British Gas Italia, Luca Manzella, impegnato da giorni in una massiccia campagna di disinformazione sulla vicenda del rigassificatore di capo Bianco, a Brindisi. Accolto anche a "Zapping", Manzella non ha perso occasione per attaccare gli iter cui in Italia devono essere sottoposti i progetti industriali, e in cui ancora i governi locali hanno voce in capitolo e possono anche opporsi ad operazioni come quella condotta dal gruppo inglese.
BRINDISI – Giovanni Antonino e British Gas. British Gas e Giovanni Antonino. Difese intrecciate, in simbiosi: obiettivo, dimostrare che non ci fu corruzione. E non è una fatica inutile, stante la sopraggiunta prescrizione, né la ricerca della ripulitura definitiva dall’onta, bensì il presupposto per indebolire e disinnescare quell’imputazione di falso che a sua volta puntella in parte anche il reato che oggi sopravvive e ancora e blocca il cantiere di Capo Bianco dal lontano 12 febbraio 2007: l’occupazione abusiva di area demaniale marittima.
BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo un documento dall'area di sinistra del Pd della città capoluogo, in cui si affronta il tema dell'operazione industriale del rigassificatore British Gas a Brindisi, alla luce delle recenti polemiche sollevate dalla notizia, diffusa dalla stessa Bg Italia, di un abbandono di Brindisi da parte dell'azienda, con accuse nei confronti del sistema -Italia in relazione ai tempi degli iter autorizzativi, e dei governi territoriali brindisini e pugliesi, che secondo Bg sarebbero stati ostaggio di un vuoto ambiemtaslismo.
ROMA - "Sono stato facile profeta quando, nel 2005, chiesi a British Gas di ricomprare la quota e salutai i miei colleghi augurandogli buona fortuna: credo di aver fatto bene perchè quando si arriva a quel punto è difficile far presa su un'opinione pubblica mal guidata e mal gestita". Lo ha detto l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti rispondendo ad una domanda sulla decisione di British Gas di abbandonare il progetto del rigassificatore di Brindisi per la lunghezza degli iter amministrativi.
BRINDISI – Occasione perduta o no, forse è troppo presto dichiarare chiusa la partita del rigassificatore, perché neppure British Gas ha ufficialmente annunciato il disimpegno, perché il governo non ha deciso, perché il processo in atto non è ancora giunto a sentenza. Ma la vicenda è stata comunque un’occasione per definire le posizioni. Eccone una politica ed una imprenditoriale, quella di Euprepio Curto coordinatore provinciale di Futuro e Libertà e consigliere regionale, e quella della Cna.
BRINDISI - Un invito ai ministri Corrado Passera e Corrado Clini, rispettivamente titolari dei dicasteri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, a considerare la questione Brindisi - British Gas nella sua peculiarità, ed alla luce di ciò, procedere in autotutela rimuovendo tutte le autorizzazioni al gruppo britannico per il rigassificatore di Brindisi. Questa è la presa di posizione delle associazioni ambientaliste brindisine, che hanno scritto a Clini e Passera, alla luce dell'annuncio da parte di Bg Italia della necessità che la stessa azienda riconsideri sin dalla fondamenta l'opportunità di confermare l'investimento a Brindisi.
BRINDISI - Armando De Azevedo Henriques, David James Robottom, Stefan John Ricketts e Giorgio Battistini, dirigenti pro tempore di British Gas e di Brindisi Lng, dovranno superare ancora qualche altra prova prima di poter dire di essere usciti dal processo di Brindisi nato dall’Operazione High Confidential del 12 febbraio 2007, su indagini condotte dalla Digos e in parte dalla Guardia di Finanza, delegate dalla procura brindisina. Al centro, le vicende che condussero al decreto autorizzativo per il rigassificatore di Brindisi emesso a gennaio 2003 dal governo Berlusconi, e poi sospeso – è ancora tale – dal governo Prodi nel settembre 2007 su pressing dell’Unione europea per violazione delle direttive comunitarie.
BRINDISI – L’ultimo caposaldo attorno al quale si svilupperà la battaglia finale del processo British Gas, come ampiamente previsto, è quell’ex specchio di porto esterno interrato con centinaia di carichi di materiale inerte sino al 12 febbraio 2007, quando scattò l’operazione High Confidential della procura di Brindisi, affidata alla Digos ed alla Guardia di Finanza. Tra gli arrestati per corruzione, falso e occupazione abusiva di area demaniale marittima il presidente di Bg Italia, alcuni manager del potente gruppo energetico britannico che sulla colmata voleva (e vuole) costruire un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi l’anno, l’ex sindaco di Brindisi, Giovanni Antonino, e l’agente marittimo Luca Scagliarini, la stessa coppia che all’epoca dei fatti avrebbe ricevuto, secondo le accuse, tangenti sotto forma di consulenze ad una società intestata alle mogli.
BRINDISI – Sarà strategica e decisiva, per l’avvio o meno della discussione finale del processo British Gas, la prossima udienza, quella del 13 gennaio 2012, quando il tribunale dovrà prima decidere se ammettere o meno le richieste formulate in data odierna dal pm Giuseppe De Nozza, dopo aver ascoltato le posizioni dei difensori, quindi ascoltare e valutare anche le eventuali richieste di difese e pm formulate ai sensi dell’articolo 507 del codice di procedura, riguardanti nuove prove acquisite dalle parti ad istruttoria dibattimentale già avviata. Breve, forse noiosa ma necessaria premessa per dire che in caso di rigetto in toto, dal 20 gennaio sarebbe possibile passare già la parola alla pubblica accusa per la requisitoria sul caso che il 12 febbraio del 2007 portò all’arresto dell’ex sindaco Giovanni Antonino, dell’agente marittimo Luca Scagliarini, di alcuni manager della British Gas Italia e al sequestro del cantiere per il rigassificatore di Brindisi Lng – controllata di Bg Italia – a Capo Bianco, porto esterno di Brindisi.
BRINDISI – Ognuno può stiracchiare come crede l’incontro tecnico odierno a Roma, convocato dalla responsabile del procedimento (al ministero si chiama così, al tribunale si chiama processo) Concetta Cecere, che ha ereditato la pratica British Gas – Brindisi Lng a fine 2010. La funzionaria, questo è certo, aveva bisogno di rifare il punto della situazione, ascoltare direttamente pareri e motivazioni, porre domande. La dottoressa Cecere ne ha fatta una, ad esempio, al segretario generale dell’Autorità portuale, Nicola Del Nobile, chiedendogli se il rigassificatore fosse previsto dal Piano regolatore del porto. Il segretario ha cercato di cavarsela in corner, rispondendo che era prevista comunque una colmata. Ma non per un impianto industriale, per dirla tutta. E dalla delegazione della provincia di Brindisi è stato ricordato che comunque il sito è sotto sequestro penale per occupazione abusiva di area demaniale marittima.
BRINDISI – Brindisi Lng gode in Italia e a Brindisi i diritti e i doveri di ogni altra azienda, e sino a quando il confronto è sui progetti può essere anche duro ma è nell’ordine delle cose. Esce fuori da questo tracciato invece l’annuncio del ricorso alle vie legali agitato dall’azienda nei confronti di chi chiunque possa danneggiarne l’immagine. Lo hanno detto oggi il segretario provinciale del Pd, la Cgil, e – cosa importante – il presidente della Provincia.
BRINDISI – Conoscere il nuovo progetto del rigassificatore ed avviare una nuova stagione di rapporti con le istituzioni del territorio. Non c'è una semplice visita di cortesia dietro l'arrivo dell'ambasciatore britannico Christopher Prentice a Brindisi, ma l'inizio di una nuova strada diplomatica per consentire alla British Gas di portare a compimento il suo progetto.