BRINDISI – I sindacati bocciano il Piano emergenza-urgenza della Asl: “proposta irricevibile”, spiegano in una nota Anaao-Assomed,Anpo-Ascoti-Fials Medici, Cimo-Asmd, Cgil Medici, Cisl Medici, Fm, Fesmed, Fvm, Aaroi. “Il Piano proposto dalla Direzione Aziendale il 13 febbraio scorso, in sede di contrattazione decentrata, appare del tutto irricevibile in quanto non di un piano per gestire le emergenze-urgenze si tratta, ma solo della presa d’atto dell’emergenza in cui versa la sanità brindisina messa oramai nell’impossibilità di gestire il paziente critico e di garantire la continuità assistenziale”.
BRINDISI - Ancora un presidio di protesta della Cgil, ancora una volta contro la Asl di Brindisi. Il problema questa volta è quello relativo agli organici ormai al collasso e insufficienti - secondo la categoria guidata dal segretario della Funzione Pubblica Antonio Macchia - a garantire il diritto dei cittadini alle cure migliori possibili.
BARI - Si è dimesso l'assessore regionale della Puglia alla Sanità, Tommaso Fiore. Al suo posto è stato nominato Ettore Attolini, già braccio destro dell’assessore uscente, quale direttore di area dell'agenzia regionale sanitaria della Regione Puglia.
Il decreto di nomina è stato firmato nella serata di ieri dal Governatore Nichi Vendola, che nel prendere atto della volontà di Fiore ha provveduto alla sua sostituzione, puntando su una sorta di soluzione “interna”, viste le caratteristiche l’esperienza maturata da Attolini nell’ambito dell’area tecnica.
BRINDISI – Slitta di tre mesi, nel corso dei quali i sindacati tratteranno le condizioni con l'Asl, il passaggio dei 280 dipendenti dell'Ati (Associazione temporanea d'imprese) composta da Manutencoop ed Ancora alla Sanità Service. E' il risultato ottenuto stamani nel corso della iniziativa di protesta avvenuta nei pressi della sede della Asl di via Napoli, al quartiere Casale, dai dipendenti rappresentati dai segretari Uil Antonio Licchello e Giovanni Albano.
BRINDISI – Sindaci da quasi tutta la provincia di Brindisi seduti al tavolo insieme al presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, all’assessore regionale, Tommaso Fiore, al direttore generale dell’Asl di Brindisi, Paola Ciannamea, per fare il punto sulla situazione della sanità brindisina e pugliese. L’incontro si è tenuto questa mattina presso la sala consiliare della Provincia. Due lunghe ore di discussione e chiarimenti e dialogo, per capire se c è una possibilità per risanare il grosso problema degli ospedali non solo della provincia di Brindisi ma di tutta la regione. Trovare soluzioni immediate per il personale sanitario e per le internalizzazioni. “Le criticità della nostra sanità – ha però risposto l’assessore regionale Fiore – non sono risolvibili immediatamente. Il piano di riordino regionale, oramai alla seconda fase, parte dal presupposto di capire quante risorse abbiamo per risolvere le criticità. Purtroppo le risorse sono molto scarse ed è questo il punto cruciale per noi tutti. La Regione Puglia ha già messo in campo le strategie per andare a definire l’intera fase, noi non possiamo tener conto dei confini provinciali”.
BRINDISI – Ancora una volta la situazione della sanità pugliese viene presa in considerazione sul territorio provinciale con un appuntamento che vede seduti al tavolo Tommaso Fiore, assessore alla sanità della Regione Puglia, Paola Ciannamea, direttore generale Asl di Brindisi e Giancarlo Petruzzi, responsabile regionale Cobas Sanità. L’evento si terrà questa sera alle ore 17 presso la sala riunioni del Polo Universitario Brindisino – presso ex ospedale Di Summa a Brindisi. L’incontro è organizzato dalla Confederazione Cobas di Brindisi.
BARI - “Pur mettendo in piedi modelli evoluti di relazioni tra diverse amministrazioni dello Stato per mettere al centro i diritti dei detenuti, come quello contenuto nel Protocollo d’Intesa che firmiamo oggi, rischiamo di scivolare, giorno dopo giorno, in una condizione di assoluta drammaticità. Oggi siamo seduti su una polveriera. Settantamila detenuti sono un dato assolutamente inedito nella storia nazionale. Chi ha vissuto come me una vita intera occupandosi di tematiche legate al carcere, sa bene che, non molti anni fa, quando si toccava quota 45 mila detenuti c’era, in genere, una sollevazione di coscienze, maturava il sentimento dello scandalo: giornali e televisioni raccontavano l’insopportabilità, perché il sovraffollamento carcerario è di per sé la negazione del precetto costituzionale dell’umanità della pena”.
BARI – In Puglia si attende ancora la convocazione di un tavolo tecnico nazionale per salvare la situazione precaria della sanità pugliese e soprattutto salvaguardare, in qualche modo, il diritto alla salute, visti i tagli fatti dal governo Berlusconi. Ora però, senza mezzi termini la denuncia del Usppi – Unione sindacale delle professioni e delle professionalità intellettuali - sull’imminente licenziamento (il 31 ottobre) da parte delle Asl della Puglia di ben 500 medici ospedalieri con contratto a tempo determinato.
BARI – Alla seduta di ieri della giunta regionale pugliese, l’assessore alla Sanità Tommaso Fiore, ha chiesto una”formale presa d’atto” dello stato emergenziale in cui versano le Asl pugliesi che, per garantire i livelli essenziali di assistenza ed il diritto alla salute, hanno optato per la trasformazione dei contratti di lavoro a tempo interminato – stipulati a seguito di concorso ma annullati a seguito della sentenza della Corte Costituzionale - in contratti a tempo determinato.
BARI - Il Tar della Puglia ha accolto in via cautelare i ricorsi presentati dall'associazione sindacale Anpo-Ascot-Fials medici che rappresenta i primari e i dirigenti medici e ha ordinato agli enti del sistema sanitario regionale di "procedere al riesame delle dotazioni organiche" delle Asl, delle aziende ospedaliere e degli Irccs della regione.
La sentenza della Corte Costituzionale che ha azzerato la stabilizzazione dei precari del settore sanità attuata dalla Regione Puglia, ha poi obbligato la stessa giunta regionale a passare ai licenziamenti. Pesanti gli effetti collaterali sui servizi, come nel caso delle fisioterapiste di riabilitazione oncologica e respiratoria della Asl di Brindisi, che ha prtato alla chiusura di vari ambulatori. Da qui la protesta, guidata dalla Cgil, di lavoratrici e pazienti sotto la direzione dell'azienda sanitaria. la richiesta: almeno proroghe dei contratti a tempo in scadenza.
BRINDISI – Un assaggio degli effetti devastanti della sentenza 68/2011 della Corte Costituzionale, e delle successive norme regionali varate in applicazione della stessa, sono il licenziamento da parte della Asl di Brindisi di otto terapiste della riabilitazione altamente qualificate, che così passano dal precariato, all’illusione breve della stabilizzazione, alla perdita completa del posto di lavoro.
BARI - Nel 2010 l'83,74% del bilancio della Regione Puglia è stato assorbito dalla sanità. Il dato è emerso nella relazione tenuta oggi nell'aula del consiglio regionale da parte del presidente della I Commissione, Arcangelo Sannicandro, sui due disegni di legge in discussione nella sessione di bilancio e relativi al 'Rendiconto generale della Regione Puglia per l'esercizio 2010' e all'assestamento e prima variazione al Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2011'.
BRINDISI – I tagli alla sanità pubblica imposti dal governo alle Regioni con i piani di rientro manderanno in tilt molte unità ospedaliere e tra queste c’è il Perrino di Brindisi. Lo denuncia la Funzione Pubblica Cgil.
BARI – Sopravvissuti al taglione: salvo il Servizio Psichiatrico di diagnosi e cura del nosocomio di Ceglie e salva l’Unita operativa di Ginecologia-Ostetricia e del reparto di Pediatrica dell’ospedale di Ostuni. Provvedimento temporaneo. Ma pur sempre significativo, in prospettiva delle decisione definitive. A pochi giorni dall’attuazione degli adempimenti deliberati dall’Azienda sanitaria brindisina, finalizzati a dare seguito a quanto sancito dal Piano di rientro approvato dalla Regione nel dicembre scorso, l’assessore regionale alla Sanità Tommaso Fiore ha scritto al Direttore generale dell’Asl di Brindisi, Rodolfo Rollo, autorizzando la temporanea sospensione dei provvedimenti riguardanti la dismissione dei reparti in questione.
CEGLIE MESSAPICA - Il giorno dopo la buriana, anzi la notte successiva, considerando l'ora dell'invio della lettera alla redazione di BrindisiReport, arriva l'offerta del dialogo, e proviene dal municipio di Ceglie Messapica per mano del consigliere Nicola Ciracì del Pdl. Il destinatario è il consigliere regionale Tony Matarelli di Sel, piuttosto maltrattato ieri mattina da un gruppo di manifestanti cegliesi, radunati in via Capruzzi a Bari per sostenere la protesta dei sindaci dei Comuni che assisteranno alla chisura dei rispettivi presidi ospedalieri. Ciracì -si capisce, anche a nome del sindaco - esprime stima personale a Matarrelli, considerato avversario leale, a differenza del Pd locale e di qualche esponente in consiglio regionale. Il richiamo di Ciracì è al buonsenso e alla ricostruzione del dialogo, quindi ecco un bell'invito ad un incontro col primo cittadino di Ceglie Messapica, in municipio, per ridiscutere del problema del presidio sanitario e risolvere in maniera politica l'episodio di martedì mattina. Vedremo come Matarrelli (che ha presentato denuncia per l'accaduto) risponderà a questa proposta. Proponiamo integralmente la lettera di Nicola Ciracì.
BARI - Forti proteste fuori e dentro l'aula del consiglio regionale pugliese hanno caratterizzato la seduta odierna dell'assemblea. Al centro del dibattito (e dello scontro) il Piano di riordino sanitario, con il suo carico ingombrante: tagli di posti letto e la chiusura di ospedali. Aggressioni verbali si sono avute fuori dall'aula prima dell'inizio dell'assemblea e forti polemiche si sono accese dopo: uno dei sindaci che contestano fortemente il piano ospedaliero - il sindaco di Mottola, Giovanni Quero - ha preso la parola, infrangendo la prassi regolamentare, e ha spiegato che la delegazione di sindaci presente in aula tra il pubblico abbandonava l'aula, lasciando sui banchi le fasce di sindaco: "Da mesi chiediamo di incontrare Vendola senza esito”. Questa la motivazione. Davanti all'ingresso della Regione tensione tra il consigliere regionale Antonio Matarrelli (mesagnese, del Sel) e alcuni dimostranti cegliesi.
EGLIE MESSAPICA - Ospedale di Ceglie Messapica: quando tutto pareva definitivamente perduto, arriva la buona nuova dal consiglio regionale, che ha accolto la proposta dei consiglieri comunali del centrosinistra per la riconversione del nosocomio in presidio territoriale specialistico. Lo annuncia con soddisfazione lo schieramento di minoranza, composto dai consiglieri Nicola Trinchera, Rocco Argentiero, Tommaso Argentiero e Donato Gianfreda. La riconversione auspicata c’entra con l’approvazione delle “Norme in materia di residenze sanitarie assistenziali, riabilitazione e hospice”, da parte delle assise regionali, con 38 voti a favore del centrosinistra più Udc e venti astensioni del centrodestra. Il voto di via Capruzzi ha completato l’iter burocratico che accoglie di fatto la richiesta di convertire l’ospedale di Ceglie in un “Presidio Territoriale Specialistico”.
BRINDISI - Il tema dei costi e della riorganizzazione della sanità, dei tagli governativi e degli obblighi imposti alle Regioni, e quindi di ciò che sta accandendo in Puglia, sarà al centro di un incontro organizzato dal circolo Sel “Daniele Valletta” di Brindisi per martedì 5 aprile alle ore 18,30 presso la sede di via Umbria 24.
BRINDISI – Quando i tagli potrebbero costare più del mantenimento del servizio, che oltre a garantire una ventina di posti di lavoro consente risparmi ed assistenza essenziale per i malati oncologici. E’ il caso degli operatori del progetto di piano finalizzato “al sostegno dei pazienti oncologici” che perderanno il posto dall’1 aprile prossimo. Salvo l’individuazione in extremis di una soluzione che spetta alla politica regionale. In tempi di vacche magre, la scure dei tagli si abbatte sulle Asl, che devono giocoforza applicare il contenimento delle spese. E allora si tagliano le voci, a volta in maniera semplicemente ragionieristica perdendo di vista l’effetto che anche una spesa - rispetto al resto del tutto irrisoria – potrebbe causare contraccolpi, oltre che in termini di sofferenze sociali, anche economici per la stessa azienda. Alcuni dati su cui riflettere.
OSTUNI - E’ scontro aperto sul Piano di riordino ospedaliero. Mentre da Lecce l’assessore Tommaso Fiore non esclude un eventuale Commissariamento della Sanità in Puglia, attorno alla Città bianca è battaglia sul futuro dell’Unità Materno infantile dell’ospedale civile. Martedì scorso, all’indomani dell’approvazione da parte della Commissione regionale del regolamento di riorganizzazione delle rete ospedaliera, le opposizione consiliari di centrodestra avevano gridato al bluff, ravvisando come il regolamento approvato lunedì scorso continuasse a prevedere, formalmente, il trasferimento dei due Reparti presso il presidio ospedaliero di Fasano. Da qui la bagarre.
OSTUNI – Avrebbe dovuto fare chiarezza sulle questioni ancora aperte. Ed invece l’approvazione da parte della Commissione regionale del regolamento di riorganizzazione delle rete ospedaliera, non ha fugato i dubbi in riferimento al destino dei Reparti di Ginecologia-Ostetricia e Pediatria del nosocomio ostunese. Vero è che l’assessore regionale Tommaso Fiore si è impegnato ad apportare correzioni nei prossimi mesi, rivedendo alcune decisioni compiute, compresa anche l’ipotizzata soppressione dell’Unità Materno infantile dell’ospedale civile della Città bianca. Di fatto, però, il regolamento approvato lunedì scorso in Commissione continua a prevedere, formalmente, il trasferimento dei due Reparti presso il presidio ospedaliero di Fasano. Da qui lo scontro politico. Il Centrosinistra esprime fiducia nei confronti degli impegni assunti da Fiore, ma dal centrodestra piovono critiche e accuse pesanti a margine dei lavori della Commissione.
OSTUNI - Ostetricia, Ginecologia e Pediatria? Ricorso al Tar, per scongiurare l’eventuale soppressione. Il sindaco di Ostuni Domenico Tanzarella, ha spiegato stamane le ragioni che hanno spinto l’Amministrazione comunale a scendere in prima linea: “L’opposizione dinanzi al Tar che stiamo predisponendo – ha sottolineato Tanzarella - non è contro nessuno e contro nessuna parte politica ma è finalizzata a tutelare i diritti del territorio che amministriamo e che riteniamo siano stati lesi immotivatamente nella delibera e soprattutto negli allegati alla delibera 2791 del dicembre scorso”.
CISTERNINO – “No alla chiusura del Reparto di Lungodegenza”. Lo dice a chiare lettere il sindaco di Cisternino Luigi Convertini, lo sottoscrivono formalmente anche il vice sindaco di Ostuni (Giuseppe Santoro) e il vice sindaco di Fasano (Antonio Scianaro). I tre Comuni pronti a fare muro contro la delibera della Giunta regionale che prevede la soppressione del reparto di Lungodegenza nel Comune. “Sembra assurdo - spiega Convertini - l’operato della Regione che pur improntato sul contenimento della spesa sanitaria pugliese, da una parte dispone la chiusura del Reparto di Lungodegenza di Cisternino, dall’altro apre un nuovo reparto nell’Ospedale di Ostuni e conferma quello di Fasano, pur essendo i tre Comuni parte di un unico presidio Ospedaliero”.
OSTUNI - Presso il locale circolo “Sandro Curzi” della Federazione della Sinistra, si è svolta una riunione organizzativa cui hanno partecipato gli esponenti del Comitato salute infantile ed i rappresentanti della Federazione della Sinistra. All’ordine del giorno un solo punto: “Le iniziative da intraprendere a fronte del venir meno (almeno per ora), da parte dell’Assessore regionale alla Sanità, Tommaso Fiore, alla promessa di un incontro tra i “tecnici” degli enti di cui sopra e quelli dell’Assessorato guidato dal medico barese, prima della decisione definitiva, in merito all’eventuale trasferimento dei reparti di ostetricia e pediatria da Ostuni a Fasano”.